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Ucraina, la guerra si intensifica

In Ucraina la guerra segna il giorno 1.361. Il fronte orientale resta il baricentro di un conflitto che muta forma e accresce di intensità. Nell’ultima settimana la linea che corre tra Donetsk, Zaporizhzhia e Kharkov è tornata ad accelerare verso un equilibrio sempre più sfavorevole alle sorti di Kiev.


Nell’area di Pokrovsk, a ovest della regione contesa del Donetsk, nei giorni scorsi si sono registrati oltre duecento scontri a fuoco in 24 ore: le forze russe avanzano sfruttando la superiorità di droni e aviazione tattica. A Dimitrov/Myrnohrad fonti militari locali parlano di un possibile insaccamento di reparti ucraini, mentre il governo ha ordinato la distruzione controllata di alcune strade di accesso per rallentare l’ingresso dei mezzi russi. Una strategia già vista nelle battaglie di Severodonetsk e Bakhmut, che segnala l’aumento della pressione russa e la volontà ucraina di guadagnare tempo.


Il ripiegamento delle forze di Kiev continua anche più a sud, nella regione di Zaporizhzhia. I battaglioni si riorganizzano lasciando Novovasylivske per trovare postazioni difensive più favorevoli: arretramenti tattici per un esercito a cui il tempo scorre contro più velocemente che agli avversari e che permettono all’armata russa di insidiare zone cruciali per la logistica verso il Mar d’Azov.


Se a livello militare la situazione è drammatica, non va meglio ai civili. Da giovedì Kiev è sotto una delle offensive aeree più massicce degli ultimi mesi: centinaia di droni e missili, almeno sei morti, decine di feriti e danni in otto quartieri. Colpita anche l’ambasciata dell’Azerbaijan, mentre a Dnipro si contano nuove vittime. Mosca attacca su tutti i fronti: la rete ferroviaria ucraina è martellata giorno e notte, con un numero di azioni triplicato nell’ultimo periodo. Sotto stress la capacità ucraina di spostare truppe, civili e armamenti.


L’Ucraina soffre, ma risponde colpendo il porto russo di Novorossiysk con missili Neptune e lanciando droni contro la raffineria di Saratov, costringendo l’impianto a fermarsi. Azioni che pesano su una Russia già in difficoltà nella gestione delle risorse energetiche. Sul piano tecnologico, il governo ha annunciato la produzione in serie del drone intercettore Octopus, progettato per contrastare i droni iraniani Shahed che saturano le difese ucraine. Fronte esterno e interno sotto torchio, mentre sullo sfondo esplode il più grave scandalo di corruzione dai primi mesi dell’invasione.

L’agenzia anticorruzione NABU e la procura speciale SAPO hanno chiesto l’arresto dell’ex vice primo ministro e aperto un fascicolo che scuote governo e istituzioni. Al centro c’è l’imprenditore Timur Mindich, 46 anni, figura nota a Zelensky dai tempi della carriera televisiva: secondo gli inquirenti avrebbe orchestrato, insieme a funzionari ed ex ministri, un sistema di tangenti su appalti energetici per oltre 100 milioni di dollari. Il caso, battezzato “Operazione Midas”, riguarda contratti della compagnia statale Energoatom, cuore del settore nucleare ucraino.


Mindich è latitante in Israele. Secondo Guardian e RFERL avrebbe lasciato Kiev poche ore prima della perquisizione nella sua casa, dove gli investigatori avrebbero trovato sacchi di contanti in banconote da 200 euro e arredi di lusso, tra cui un bidet d’oro. Le indagini coinvolgono anche gli ex ministri Halushchenko e Hrynchuk, rimossi da Zelensky dal Consiglio di sicurezza.


Il presidente cerca di contenere l’impatto politico promettendo “verifiche tempestive” nelle aziende statali e un audit sui ministeri. Ma le pressioni, non solo nazionali, crescono: il premier polacco Tusk ha avvertito Kiev di “prestare attenzione ai minimi segnali di corruzione”, mentre Bruxelles teme ricadute sul percorso europeo del Paese. Analisti come Volodymyr Fesenko parlano di “crisi potenzialmente destabilizzante”, capace di riflettersi anche sul fronte militare.


In soccorso dell’ucraina le parole del ministro della difesa italiano Guido Crosetto che ha ribadito che «sarebbe assurdo interrompere gli aiuti all’Ucraina» e che «Europa e Occidente restano al fianco di Kiev», ricordando anche che «il 93% degli attacchi russi colpisce civili ucraini». Sul terreno, intanto, la guerra entra ogni settimana in una fase più cupa. Gli attacchi si fanno più profondi, logoramento crescente, capacità difensive sempre più stressate. L’autunno ci consegna un fronte est cammina sul limite della guerra incontrollata.

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