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Hamas restituisce corpo di Hadar Goldin: «Ora liberare i 150 miliziani»

Il primo ministro israeliano Netanyahu ha poi confermato che si tratta dei resti del tenente 23enne caduto “in un’eroica battaglia durante l’operazione Protective Edge, undici anni fa”


La Croce Rossa ha ricevuto oggi, domenica 9 novembre, i resti di un ostaggio, secondo quanto comunicato dall’esercito israeliano (Idf). La consegna è avvenuta dopo che Hamas aveva annunciato il ritrovamento del corpo dell’ufficiale Hadar Goldin, ucciso nella guerra di Gaza del 2014.

«Secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, il feretro di un ostaggio deceduto è stato trasferito sotto la sua custodia ed è in viaggio verso il punto di consegna alle truppe dell’Idf nella Striscia di Gaza».

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha poi confermato che si tratta dei resti di Hadar Goldin, il tenente 23enne caduto “in un’eroica battaglia durante l’operazione Protective Edge, undici anni fa”.

«Il suo corpo è stato rapito da Hamas, che si è rifiutato di restituirlo per tutto questo tempo – ha detto Netanyahu –. In questi anni i governi di Israele hanno fatto grandi sforzi per riportarlo a casa. La sua famiglia ha sopportato una profonda angoscia e ora potrà finalmente seppellirlo nella terra di Israele». Il premier ha poi assicurato che Israele riporterà indietro anche gli altri cinque corpi di ostaggi ancora trattenuti nella Striscia.

Dall’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco del 10 ottobre, Hamas ha rilasciato 20 ostaggi vivi e consegnato i corpi di 23 su 28. Secondo indiscrezioni diplomatiche, la consegna della salma potrebbe essere legata a una trattativa per far uscire circa 150 miliziani di Hamas ancora intrappolati nei tunnel di Rafah, nell’area sotto il controllo dell’esercito israeliano, verso una zona della Striscia non controllata dall’Idf.

Fonti di Haaretz citano una pressione diplomatica statunitense: Washington avrebbe fatto sapere a Hamas che la consegna del corpo di Goldin potrebbe aprire la strada a un “passaggio sicuro” per alcuni combattenti.
Tuttavia, un funzionario della sicurezza israeliana ha smentito l’esistenza di un accordo: «I terroristi nei tunnel devono decidere se arrendersi o morire».

«Nel lessico delle Brigate Ezzedin al-Qassam non c’è posto per il principio della resa o della consegna al nemico. I mediatori devono trovare una soluzione che garantisca la continuazione del cessate il fuoco», ha dichiarato l’ala militare di Hamas.

Quattro salme ancora da restituire

Restano ancora da recuperare e consegnare quattro corpi di ostaggi uccisi, tre israeliani e un cittadino thailandese, secondo quanto previsto dall’intesa raggiunta un mese fa. Le Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno confermato ad Al Jazeera che il recupero dei resti mancanti è in corso ma procede con difficoltà.

«Ci siamo impegnati nel processo di estrazione dei corpi, anche se questo è avvenuto nella fase precedente in circostanze complesse ed estremamente difficili. Confermiamo che l’estrazione dei corpi rimanenti richiederà squadre tecniche e attrezzature aggiuntive».

Accordo Hamas-Abbas su futuro di Gaza

Parallelamente, il vice di Mahmoud Abbas, Hussein al-Sheikh, ha annunciato un accordo con Hamas per la creazione di un comitato temporaneo di gestione della Striscia di Gaza, che sarà presieduto da un ministro dell’Autorità palestinese.

La notizia è stata diffusa da Sky News Arabia. Al-Sheikh non ha specificato se l’intesa sia stata approvata da Stati Uniti o Israele, ma ha confermato che il comitato sarà composto solo da palestinesi. Secondo fonti di stampa, tra i possibili candidati a guidare l’organo c’è Majed Abu Ramadan, attuale ministro della Sanità dell’Autorità palestinese ed ex sindaco di Gaza City.

Al-Sheikh ha inoltre precisato che sono necessari ulteriori chiarimenti sulla forza internazionale di stabilizzazione prevista per la Striscia, in particolare sulla sua composizione e mandato operativo.

Israele colpisce in Libano

L’Idf ha condotto nuovi raid mirati in Libano, colpendo veicoli nel sud del Paese. Tre le vittime, secondo fonti libanesi. L’esercito israeliano parla di “terroristi legati a Hezbollah” impegnati nel contrabbando di armi e nel riarmo. Dall’accordo di cessate il fuoco del novembre 2024, Israele continua a bombardare infrastrutture di Hezbollah, con attacchi intensificati negli ultimi giorni. Alcuni osservatori ritengono che Tel Aviv possa attendere la visita di Papa Leone XIV in Libano, prevista a fine novembre, prima di una nuova offensiva su larga scala.

Cisgiordania e colonie

Si intensificano anche gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania. Secondo l’ONU, nel solo mese di ottobre si sono registrati 264 episodi di violenza, con una media di otto al giorno: il numero più alto dal 2006. La ministra dei Trasporti israeliana Miri Regev, vicina a Netanyahu, ha confermato che Israele punta all’annessione.

«Prima o poi accadrà. Anche Washington sa che non c’è altra via. Stiamo già costruendo strade e illuminazione: è la nostra sovranità di fatto».

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