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Gaza, Israele accusa Hamas: «In una bara parti di un ostaggio già restituito»

Secondo Tel Aviv, il gruppo palestinese avrebbe “imbrogliato” riconsegnando parte di un ostaggio già restituito dopo aver simulato un ritrovamento

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Una nuova crisi minaccia la tenuta del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, dopo che Tel Aviv ha denunciato i supposti tentativi del gruppo palestinese di non rispettare l’intesa faticosamente raggiunta nell’ambito della cosiddetta Fase 1 del negoziato di pace.

L’accordo di pace

Secondo tale accordo, sottoscritto dalle due parti a Sharm el-Sheikh, in Egitto, un cessate il fuoco permanente è stato raggiunto attraverso un parziale ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, di cui circa la metà si trova ancora sotto controllo dei militari dello Stato ebraico.

La tregua ha poi permesso lo scambio di prigionieri tra circa 2.000 detenuti palestinesi liberati da Israele e gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas dopo il 7 ottobre. Tra questi ultimi, sono stati inclusi anche i corpi di una ventina di ostaggi deceduti a causa dei bombardamenti dell’Idf durante questi ultimi due anni di prigionia.

Il nodo delle salme

Sebbene Hamas ne abbia riconsegnati circa una dozzina, il gruppo palestinese ha denunciato la difficoltà di recuperare le restanti salme a causa dello stato di distruzione in cui versa la città di Gaza, chiedendo l’assistenza internazionale e l’ingresso di bulldozer e ruspe capaci di scavare sotto la macerie. Hamas ha anche chiesto un aiuto tecnico nelle pratiche di identificazione, dal momento dopo mesi di sepoltura sarebbe difficile distinguere le salme tra le decine di migliaia sepolte all’indomani della guerra a Gaza (che avrebbe provocato oltre 60.000 morti a causa della fame e dei bombardamenti israeliani).

Lo stesso presidente americano Donald Trump aveva commentato poche settimane fa che recuperare tutti i corpi avrebbe potuto essere difficile, dal momento che era probabile che alcuni di essi fossero stati ridotti “in pezzi”. Tuttavia, Israele si oppone a quelle che ritiene essere tattiche dilatorie impiegate da Hamas per guadagnare tempo, minacciando invece ripetutamente la sospensione degli accordi se le salme non dovessero essere restituite.

Le accuse di Israele

Sull’ultimo di questi corpi, consegnato ieri sera dai militanti di Hamas all’esercito israeliano attraverso la mediazione della Croce rossa internazionale, si è consumata l’ultima polemica: secondo Israele infatti, la bara consegnata ieri sera da Hamas a Israele contiene i resti di un ostaggio il cui corpo era già stato riportato in Israele per la sepoltura. La valutazione è stata effettuata dalle autorità a seguito del completamento delle operazioni di identificazione presso l’istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv.

Secondo quanto riportato dai testimoni oculari dei riservisti dell’Idf, Hamas avrebbe inscenato il ritrovamento del corpo consegnato ieri. I media israeliani citano riservisti di stanza nella parte orientale di Gaza City, secondo cui gli agenti di Hamas avrebbero fatto dei lavori di scavo nella zona, prima di estrarre un corpo da un edificio vicino e posizionarlo nella buca. Hamas avrebbe poi ricoperto il corpo di terra e chiamato la Croce Rossa per assistere allo “scavo”. La Radio dell’Esercito di Tel Aviv ha affermato che l’intero incidente è stato filmato da un drone militare. L’Idf non ha ancora commentato.

A seguito dell’incidente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’emergenza del gabinetto d’Israele per decidere la risposta alla supposta violazione degli accordi di pace. Tra le opzioni considerate, lo stop agli aiuti umanitari alla Striscia e l’allargamento unilaterale della zona occupata dalle forze armate israeliane.

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