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Via giornalisti dal Pentagono: 30 testate escluse per “sicurezza nazionale”

HEGSTETH

La riforma del ministro Hegseth cerca di limitare la libertà di informazione. Oltre 30 le testate coinvolte, possibili ricadute legali

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I reporter di oltre di 30 testate giornaliste rappresentanti dell’intero spettro politico americano hanno riconsegnato i propri badge stampa al Pentagono dopo l’approvazione delle nuove linee guida del ministero della Guerra (ex Difesa) che limitato la libertà di cronaca dei giornalisti accreditati. Tra i grandi nomi del panorama mediatico statunitense che hanno rifiutato di cooperare figurano Associated Press, Bloomberg, Politico, The Atlantic, Guardian, New York Times, Wall Street Journal, Washington Post, Reuters e CNN.

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Anche Fox News e Newsmax – entrambe reti molto conservatrici e considerate vicine al presidente degli Stati Uniti Donald Trump – hanno rifiutato di adeguarsi alle nuove regole e si sono ritirate in segno di solidarietà coi colleghi, in un raro momento bipartisan in un ambiente tradizionalmente molto polarizzato.

La Pentagon Press Association, che rappresenta più di 100 testate giornalistiche, ha dichiarato in un comunicato martedì che il Dipartimento della Guerra ha iniziato a confiscare i tesserini stampa “da praticamente ogni organizzazione giornalistica in America”. “L’ha fatto perché i reporter non hanno firmato una nuova politica mediatica che comportava una minaccia implicita di criminalizzare il reportage sulla sicurezza nazionale e di esporre chi la firma a potenziali procedimenti penali,” ha affermato il gruppo stampa.

Le testate giornalistiche hanno annunciato che continueranno a riportare notizie sul Pentagono, sebbene senza accesso diretto all’edificio e ai briefing stampa.

Al centro della controversia, la riforma sulla libertà di accesso alle informazioni voluta dal ministro della Guerra Pete Hegseth, a sua volta un ex annunciatore televisivo di Fox News e una figura considerata molto vicina a Trump stesso. Secondo le nuove regole del Pentagono i reporter saranno limitati nei loro movimenti all’interno dell’edificio, nelle interazioni con il personale e non potranno “sollecitare informazioni” dalle fonti, secondo un memo del Pentagono pubblicato online dal New York Times.

Lo scopo della riforma è di restringere la capacità dei media di pubblicare informazioni provenienti dall’ambito militare comprese quelle non classificate, sebbene questo diritto sia protetto da una sentenza della Corte Suprema del 1971. Il caso, New York Times v. United States, ha protetto i diritti del New York Times e del Washington Post di pubblicare i Pentagon Papers – una serie di documenti che provarono come il governo federale stesse mentendo sulle perdite americane in Vietnam. Il caso fece scuola come esempio di tutela della libertà di informazione giornalistica nei confronti del governo.

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