Restano ancora 19 ostaggi morti a Gaza: quasi due terzi. Il gruppo: “Necessarie attrezzature extra”. Usa: “Miliziani si disarmino”
Hamas ha restituito otto corpi, ma Israele sostiene che i test del Dna hanno rivelato che uno di essi non apparteneva a un ostaggio. Con i due corpi consegnati la sera precedente, il totale sale a nove, mentre restano ancora 19 ostaggi morti a Gaza: ciò significa che Hamas non è riuscita a recuperare quasi due terzi dei corpi.
Hamas ha affermato che sono necessarie attrezzature extra per restituire i corpi di tutti gli ostaggi rimasti.
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Fonti del Qatar hanno riferito all’emittente al Araby che altre cinque bare saranno consegnate all’Idf. Tuttavia, il valico di Rafah – tra Gaza e il Sinai egiziano – è rimasto chiuso per due giorni consecutivi, in violazione dell’accordo di cessate il fuoco. Israele ha giustificato la misura accusando Hamas di non aver rispettato l’impegno di restituire tutti i corpi degli ostaggi morti.
Apertura del valico di Rafah “in un secondo momento”
Israele ha precisato che la data di apertura del valico di Rafah, al confine tra Gaza e l’Egitto, sarà comunicata “in un secondo momento”.
Secondo quanto riporta il Guardian, l’agenzia israeliana per gli aiuti militari Cogat ha spiegato che sono in corso i preparativi con le autorità egiziane per consentire il passaggio delle persone attraverso Rafah, ma la data ufficiale non è ancora stata definita. Gli aiuti umanitari, ha aggiunto, continueranno invece a entrare nella Striscia attraverso altri punti di accesso, come il valico di Kerem Shalom.
Turchia pronta a unirsi a task force per Gaza
Intanto, il ministro della Difesa turco Yasar Guler ha annunciato che le forze armate di Ankara sono pronte a partecipare alla task force multinazionale che verrà istituita a Gaza. Lo ha riferito il quotidiano Hurriyet.
L’annuncio è arrivato dopo gli incontri di Guler a Bruxelles, in occasione della riunione dei ministri della Difesa della NATO, dove ha avuto colloqui con il segretario generale dell’Alleanza Mark Rutte, con il ministro britannico John Healey e con i suoi omologhi di Romania e Bulgaria.
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Usa: Miliziani si disarmino
Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato alla Cnn di aver preso in considerazione l’idea di consentire a Israele di riprendere i combattimenti senza rispetto dell’intesa.
Abu Mazen condanna le esecuzioni di Hamas
Nel frattempo, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha condannato duramente le esecuzioni compiute da Hamas contro i presunti collaboratori di Israele. «Sono crimini efferati che riflettono la volontà di Hamas di governare con la forza e il terrore», si legge in una nota della presidenza, che chiede «l’immediata cessazione delle violenze e il ripristino delle istituzioni legittime a Gaza».
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Brad Cooper: «Stop violenza contro civili palestinesi»
Dal Comando centrale Usa, l’ammiraglio Brad Cooper ha sollecitato Hamas a «fermare subito la violenza contro civili palestinesi innocenti». Dall’inizio della tregua, diversi video mostrano esecuzioni pubbliche di oppositori, con miliziani che trasportano i corpi sui pick up. Tra le vittime anche Saleh al-Jafarawi, noto come “Mr Fafo”, l’influencer più popolare di Gaza, accusato di essersi appropriato di milioni di dollari di donazioni.
Identificati i tre ostaggi Nimrod, Baruch e Lev
Nella giornata di ieri l’Idf ha infine comunicato alle famiglie del sergente Tamir Nimrod (18 anni), di Uriel Baruch (35) e di Eitan Lev (53) che i loro resti sono stati ufficialmente identificati.
Tajani: «Italia pronta a inviare soldati»
L’Italia è pronta a inviare soldati a Gaza nell’ambito della Forza internazionale di stabilizzazione prevista dal piano Trump. Lo ha detto ieri il ministro degli Esteri Tajani auspicando in Parlamento ‘unità di intenti tra tutte le forze politiche’. Il Pd e il M5s aprono: ‘Pronti a discutere se ci sarà un mandato dell’Onu’, affermano i dem. ‘L’Italia può svolgere un ruolo di pace con i nostri militari’, dice Conte. Vertice a Palazzo Chigi su emergenze e ricostruzione della Striscia per identificare gli interventi più urgenti sul piano umanitario e sanitario: verso l’invio di 100 tonnellate di aiuti alimentari.