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Negoziati verso l’accordo. Veto di Israele sul rilascio di Barghouti e Saadat

Le trattative ruotano soprattutto sui nomi dei detenuti palestinesi da includere nello scambio. Egitto invita il presidente Trump


A Sharm el-Sheikh i colloqui indiretti continuano per il terzo giorno e, secondo Channel 12, i mediatori qatarioti ritengono possibile un’intesa già entro venerdì, con l’avvio delle liberazioni già dalla prossima settimana. Le trattative ruotano soprattutto sui nomi dei detenuti palestinesi da includere nello scambio: le parti si sarebbero scambiate delle “liste di prigionieri da rilasciare”, ha detto all’AFP un esponente di Hamas, e “l’ottimismo prevale tra tutte le parti”.

Restano nodi sensibili

I media israeliani riferiscono che Tel Aviv ha posto il veto sul rilascio di figure come Marwan Barghouti e Ahmad Saadat, e sui miliziani della Nukhba di Hamas coinvolti nel massacro del 7 ottobre 2023. Secondo un articolo del Wall Street Journal ripreso dal Times of Israel, Hamas avrebbe inoltre chiesto che vengano restituiti anche i corpi di alcuni suoi leader uccisi, richiesta che Israele aveva già respinto in passato.

Witkoff e Kushner in Egitto

A Sharm el-Sheikh sono presenti anche i mediatori vicini all’amministrazione Trump, tra cui Steve Witkoff e Jared Kushner — quest’ultimo tra gli ideatori del piano in 20 punti che prevede, tra l’altro, un ritiro graduale di Israele dalla Striscia e il rilascio di tutti gli ostaggi entro 72 ore dall’inizio della tregua.

Secondo Al-Hadath, alle trattative si uniranno oggi anche delegazioni della Jihad islamica e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.

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Sisi invita Trump in caso di accordo

Intanto Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha invitato Donald Trump a partecipare in Egitto alla firma di un eventuale accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, affermando che i colloqui a Sharm el-Sheikh stanno procedendo positivamente. Lo ha detto intervenendo a una cerimonia di laurea della polizia al Cairo, riferiscono i media arabi e l’agenzia Anadolu.

Raid sulla Striscia, morti e feriti

Sul terreno le operazioni israeliane non si fermano. L’IDF ha reso noto di aver lanciato raid nella Striscia per eliminare “numerosi terroristi” ritenuti in procinto di attaccare le truppe e sta effettuando operazioni per individuare altre cellule coinvolte negli attacchi contro l’esercito. In Cisgiordania, secondo l’agenzia palestinese Wafa, le forze israeliane hanno fatto irruzione all’alba nel campo profughi di Al-Arroub (governatorato di Hebron), arrestando e, secondo la ricostruzione palestinese, aggredendo decine di persone, trasformando il Centro Sociale Giovanile in un centro di interrogatori e sparando colpi veri all’esterno di una preghiera mattutina; non sono però stati segnalati feriti. Per precauzione, il direttore dell’Istruzione di Hebron Nord ha disposto lo slittamento delle lezioni al giovedì nelle scuole del campo.

Le autorità sanitarie di Gaza riferiscono che nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani hanno causato almeno otto morti e 61 feriti; il ministero della Salute dell’enclave aggiorna il bilancio complessivo della guerra a 67.183 morti e 169.841 feriti dal 7 ottobre 2023.

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