Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione presentato al Parlamento europeo di Strasburgo, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha dedicato ampio spazio alla crisi umanitaria e militare nella Striscia di Gaza. «Ciò che sta accadendo scuote la coscienza del mondo. Persone uccise mentre mendicavano cibo. Madri che tengono in braccio bambini senza vita. Queste immagini sono semplicemente devastanti», ha esordito. Von der Leyen ha condannato l’uso della carestia come arma di guerra: «La carestia provocata dall’uomo non potrà mai essere un’arma di guerra. Per il bene dei bambini, per il bene dell’umanità, questa atrocità deve finire».
Il presidente ha denunciato quello che definisce un «tentativo chiaro di indebolire la soluzione dei due Stati» attraverso il soffocamento finanziario dell’Autorità Nazionale Palestinese, i piani di insediamenti nella zona E1 e le azioni dei ministri più estremisti del governo israeliano, che «incitano alla violenza». Ha quindi annunciato proposte concrete: sospendere il sostegno bilaterale dell’Ue a Israele, fermare i pagamenti nelle aree coinvolte, senza però impattare sulle collaborazioni con la società civile israeliana o con il memoriale Shoah Yad Vashem. Inoltre, ha anticipato la proposta di sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti, nonché una sospensione parziale dell’Accordo di Associazione commerciale con Israele.
Da Israele, il ministro degli esteri Gideon Sa’ar ha risposto con durezza, definendo «deplorevoli» le dichiarazioni di Von der Leyen e accusandola di «ripetere la falsa propaganda di Hamas e dei suoi alleati». Per Sa’ar, «l’Europa sta inviando un segnale sbagliato che rafforza Hamas e l’asse radicale in Medio Oriente». Ha affermato che Israele sta facendo «sforzi evidenti per migliorare la situazione umanitaria a Gaza», sostenendo che la sofferenza nel territorio palestinese «è interamente opera di Hamas» che ha dato origine al conflitto con l’attacco del 7 ottobre 2023 e rifiuta di rilasciare gli ostaggi.
Contemporaneamente agli sviluppi diplomatici, lo Stato ebraico ha però anche condotto raid aerei intensi contro gli Houthi nello Yemen, in particolare a Sana’a e nella regione di al-Jawf. L’attacco ha colpito strutture militari e civili, inclusi ospedali e depositi di carburante, causando almeno nove morti e decine di feriti secondo il ministero della Salute yemenita. Gli Houthi, che sostengono Hamas e si sono dichiarati in guerra contro Israele, hanno rivendicato l’uso di missili terra-aria durante il raid, affermando di aver costretto alcuni aerei israeliani a ritirarsi. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha definito questi attacchi una risposta alla recente aggressione degli Houthi con droni all’aeroporto di Ramon, assicurando ulteriori rappresaglie contro chiunque minacci Israele.
Contestualmente, in un editoriale pubblicato su Fox News, il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha definito le Nazioni unite «un palcoscenico per l’ipocrisia» e ha proposto la formazione di una nuova alleanza di democrazie denominata Dawn (Democratic alliance for world nations), come alternativa «per affrontare leader autoritari, terrorismo, fanatismo religioso e altre minacce globali». Lapid ha denunciato un pregiudizio «ossessivo» dell’Onu verso Israele, sottolineando come il Paese sia stato bersaglio del 60% delle risoluzioni condannatorie nonostante rappresenti solo lo 0,1% della popolazione mondiale.Intanto, all’alba di ieri mattina la Global Sumud Flotilla ha denunciato che un’altra sua imbarcazione è stata vittima di un sospetto attacco con drone davanti alle coste tunisine, meno di 24 ore dopo un analogo episodio al largo di Sidi Bou Said.
La Alma, battente bandiera britannica, «è stata attaccata da un drone mentre era attraccata in acque tunisine ed è stata danneggiata per un incendio scoppiato sul ponte superiore», hanno fatto sapere gli attivisti pro Pal su Instagram. «L’incendio è stato successivamente spento e tutti i passeggeri e l’equipaggio sono al sicuro», ha assicurato la Gsf che ha avviato un’indagine sull’episodio in cui non si sono registrati feriti.