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Vertice di Tianjin: Cina, India e Russia per una “nuova sicurezza”


La seconda giornata del vertice della Shanghai Cooperation Organization (SCO) è entrata nel vivo a Tianjin, in Cina, con la plenaria dei Capi di Stato e di governo. Nel discorso di apertura, il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito l’impegno di Pechino a «lavorare con tutte le parti per portare la sicurezza regionale a un nuovo livello».

Tra gli interventi più attesi quello del premier indiano Narendra Modi, che ha preso la parola durante la plenaria per invitare alla collaborazione tra i Paesi membri dell’SCO, ed in particolare in materia di sicurezza e prevenzione anti-terrorismo. A margine della plenaria di Tianjin, il primo ministro indiano ha poi incontrato il presidente russo Vladimir Putin, in un bilaterale che arriva dopo le nuove tariffe imposte da Donald Trump all’India per gli acquisti di petrolio russo. Nuova Delhi e Pechino restano i principali acquirenti di greggio da Mosca e hanno finora respinto le pressioni statunitensi. In un gesto simbolico, Putin ha accompagnato Modi a bordo della sua limousine blindata Aurus, definendolo «caro amico».

Su X, il leader indiano ha condiviso una foto insieme al presidente russo, sottolineando che «anche nelle situazioni più difficili India e Russia hanno camminato spalla a spalla» e che la cooperazione bilaterale è cruciale per «pace, stabilità e prosperità globali». Putin ha ribadito i «rapporti speciali, amichevoli e di fiducia» che legano da decenni i due Paesi. Altro incontro illustre per Modi quello con l’ospite di casa Xi Jinping, il quale ha accolto tutti i Capi di Stato, e in particolare l’indiano con cui solo recentemente i rapporti si sono appianati, con tutti gli onori.

Durante la plenaria i Capi di Stato hanno firmato 20 documenti chiave, segnando un passo importante nell’evoluzione del blocco regionale. Tra gli atti principali figurano la Dichiarazione di Tianjin, la Strategia di sviluppo della SCO fino al 2035, un programma di cooperazione contro l’estremismo 2026-2030 e la roadmap per la cooperazione energetica fino al 2030. La Repubblica Democratica Popolare del Laos ha ottenuto lo status di partner di dialogo, mentre la SCO stessa ha ricevuto lo status di osservatore nella Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Inoltre, Cholpon Ata, in Kirghizistan, è stata designata capitale turistica e culturale della SCO per il biennio 2025–2026.

Sul piano della sicurezza, sono stati firmati accordi per la creazione di un Centro antidroga SCO e di un Centro universale contro sfide e minacce alla sicurezza, oltre ai rapporti annuali del Segretario generale e della Struttura antiterrorismo regionale (RATS).

Ampio spazio è stato dato anche a temi globali: i leader hanno adottato dichiarazioni comuni sull’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e della nascita dell’ONU, sulla cooperazione nell’economia digitale, sull’energia sostenibile, sull’industria verde, sull’intelligenza artificiale, sul rafforzamento del sistema commerciale multilaterale, sulla lotta al narcotraffico e sulla cooperazione scientifica e tecnologica.

Un protocollo ha poi aggiornato l’accordo del 2004 tra la SCO e la Cina relativo alle condizioni di permanenza del Segretariato a Pechino, mentre un memorandum è stato siglato con la Fondazione Roscongress. Infine, i ministeri competenti dei Paesi membri hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per rafforzare la cooperazione negli investimenti legati allo sviluppo sostenibile.

L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, nata come piattaforma di sicurezza regionale ed evolutasi in un foro politico ed economico, comprende oggi Cina, India, Russia, Pakistan, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Bielorussia, con altri 16 Paesi associati come osservatori o partner di dialogo.

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