Un attacco nella notte tra il 2 e il 3 agosto ha colpito la sede centrale della Mezzaluna Rossa Palestinese a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Un operatore umanitario è stato ucciso, altri tre sono rimasti feriti. L’attacco ha provocato un incendio al primo piano della struttura. A denunciarlo è l’organizzazione stessa in un comunicato pubblicato su X, accompagnato da immagini video.
Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, ha condannato l’attacco definendolo “un gesto intollerabile” e ha ricordato che colpire strutture e personale sanitario è contrario al diritto internazionale umanitario. “La popolazione vive in condizioni disumane, e spesso gli attacchi avvengono durante la distribuzione degli aiuti”, ha aggiunto.
Nel frattempo, si registra un primo segnale sul fronte degli approvvigionamenti: due camion carichi di carburante sono entrati nella Striscia attraverso il valico di Rafah. Si tratta della prima fornitura autorizzata da marzo. Ma la distribuzione degli aiuti continua a provocare caos. Sono almeno 18 i morti di oggi, molti dei quali cercavano di procurarsi cibo.
La crisi umanitaria si intreccia con le manovre politiche. Il ministro israeliano per la Sicurzza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha chiesto esplicitamente l’annessione di tutta Gaza e l’occupazione permanente della Striscia. “Solo in questo modo riporteremo a casa gli ostaggi e vinceremo la guerra”, ha dichiarato dopo una visita alla Spianata delle Moschee, rilanciando l’idea dell’“emigrazione volontaria” dei palestinesi. È stato lui a guidare l’incursione di coloni a Gerusalemme, presso la moschea di Al-Aqsa, accompagnato dal parlamentare del Likud Amit Halevi.
Secondo il Dipartimento islamico Waqf di Gerusalemme (l’organizzazione che gestisce gli edifici musulmani dell’area), almeno 1250 coloni hanno occupato i cortili intorno alla moschea, celebrando rituali, con preghiere, danze e canti ad alta voce, che si sono sentiti in tutta la spianata. Anche l’ex ministro Zeev Elkin ha ribadito che l’annessione di ampie porzioni della Striscia è una prospettiva concreta, in assenza di una resa da parte del movimento palestinese.
Parallelamente, ventidue membri della coalizione di destra – tra cui vari ministri – hanno firmato una richiesta ufficiale al ministro della Difesa per autorizzare l’accesso di gruppi di coloni nel nord della Striscia. L’obiettivo: individuare aree per futuri insediamenti. Le pressioni per l’annessione si intensificano, con l’ultradestra che guarda a Gaza come a un nuovo fronte di colonizzazione, approfittando dello stallo nei negoziati con Hamas.