Elon Musk attacca duramente l’Ue: “Tutti i Paesi dovrebbero uscirne, sta distruggendo la democrazia in Europa”. Non condivide la sentenza della Corte di giustizia che ha condannato l’Irlanda per la mancata tutela dei diritti fondamentali di due richiedenti asilo.
Il commento del magnate arriva dopo che la Corte ha rigettato la giustificazione di Dublino, secondo cui l’impossibilità di fornire alloggi e assistenza ai due richiedenti asilo sarebbe dovuta a “forza maggiore” per via dell’elevato numero di arrivi. La Corte ha chiarito che nessun afflusso, per quanto imprevisto, può giustificare la violazione dei diritti fondamentali garantiti dal diritto comunitario, tra cui il diritto a condizioni di vita adeguate per i richiedenti protezione internazionale.
Secondo Musk, questa sentenza sarebbe l’ennesima prova dell’ingerenza dell’Unione Europea nei processi decisionali degli Stati membri. Non è la prima volta che il fondatore di Tesla e SpaceX esprime posizioni critiche nei confronti delle istituzioni europee. In passato ha già polemizzato con Bruxelles per via delle normative sui contenuti online e per il Digital Services Act, accusato da Musk di voler imporre censura e limitare la libertà di espressione sulle piattaforme social.
Il recente caso irlandese, però, mette in evidenza un’altra questione: la difficoltà degli Stati membri nel garantire i diritti basilari in tempi di crisi migratoria, e il ruolo della giustizia europea nel vigilare sul rispetto della Carta dei diritti fondamentali. L’Irish Refugee Council ha definito la sentenza come “una decisione importante per tutti i gruppi vulnerabili”, sottolineando come uno dei richiedenti asilo coinvolti abbia vissuto per oltre due mesi in strada, senza accesso a cibo, lavoro o assistenza.
Nel conflitto tra la sovranità degli Stati e i diritti fondamentali garantiti a livello sovranazionale, Musk si schiera apertamente: meno potere a Bruxelles, più spazio all’autodeterminazione. Tuttavia, per la giustizia europea, la salvaguardia della dignità umana resta un principio inderogabile, anche in situazioni di emergenza, come dimostra anche la sentenza di venerdì sui “paesi sicuri”.