ROMA – Donald Trump ha annunciato tramite il suo account Truth il dispiegamento di due sottomarini nucleari “nelle regioni appropriate” -presumibilmente vicino la Russia- in risposta alle provocazioni dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev.
Il 28 luglio Medvedev, ora Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, aveva minacciato di allargare la guerra dall’Ucraina agli Stati Uniti se il tycoon non avesse smesso di imporre ultimatum. Trump ha risposto con una nuova intimidazione, ricordando alla controparte che “le parole sono molto importanti, e possono spesso portare a consequenze inattese”.
Lo stesso presidente statunitense, d’altronde, è celebre per uscite non proprio puntuali. L’ultima il 1 agosto, quando ha affermato -sempre via social- che la Russia avesse perso 112.500 soldati dall’inizio dell’anno, comparando il dato con le 8mila perdite ucraine nello stesso periodo. Numeri ben diversi dalla realtà: secondo il progetto indipendente Frontelligence, tra gennaio e luglio le perdite russe ammonterebbero a circa 50mila tra morti e feriti, mentre quelle ucraine si attesterebbero intorno alle 25mila.
I frequenti attacchi social di Trump hanno lo scopo di esercitare pressione sulla Federazione Russa. Il dispiegamento dei due sottomarini nucleari è un’immagine suggestiva ma non rappresenta un cambio di paradigma verso i rivali. La minaccia dell’uso della forza diventa così uno strumento per chiudere più rapidamente un dossier scomodo e guadagnare favore presso l’opinione pubblica americana e internazionale.