L’esercito israeliano aveva annunciato una “tregua tattica”: oggi, 31 luglio, sembra finita. Nelle ultime ore a Gaza ci sono state stragi nell’ambito della distribuzione degli aiuti (che stanno arrivando, ma è sempre difficile trovare un modo per darli alla popolazione) e nel corso delle operazioni di sicurezza contro Hamas.
Ieri fonti locali parlano di 48 vittime, da questa mattina sono 27 i palestinesi uccisi nel corso della campagna militare.
Sul fronte diplomatico, il Canada ha anticipato che riconoscerà la Palestina in ottobre, adeguandosi così a Francia e Gran Bretagna e anche la Germania chiede il riconoscimento dello stato palestinese. Su questa presa di posizione, il presidente americano Trump è entrato a gamba tesa: “Sarà più difficile trovare un accordo sui dazi con Ottawa”.
Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha dato indicazione all’ambasciatore d’Italia a Tel Aviv di chiedere al Governo israeliano di sbloccare l’ingresso e la distribuzione degli aiuti in attesa al porto di Ashdod.
Germania come Francia e Gran Bretagna
La Germania segue Francia e Gran Bretagna ed è pronta a riconoscere lo Stato palestinese. “Anche la recente conferenza delle Nazioni Unite a New York ha dimostrato che Israele si trova sempre più in una posizione di minoranza”. E’ quanto ha dichiarato partendo per il Medio Oriente il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, sottolineando anche come “un numero rapidamente crescente di Paesi europei è disposto a riconoscere uno Stato palestinese senza un processo negoziale preliminare”.
Un segnale anti-Netanyahu dal Senato Usa
Un numero record di senatori democratici, 27, oltre la metà del gruppo, ha votato in favore delle due risoluzioni per bloccare la vendita di armi ad Israele, che sono state comunque bocciate dalla maggioranza dei senatori Usa. “Qualsiasi cosa succeda questa sera, la storia condannerà quelli che non agito per fermare questi orrori”, ha detto prima del voto Bernie Sanders, il leader della sinistra americana, due volte candidato alla Casa Bianca, che ha presentato la risoluzione per bloccare, di fronte alla catastrofe umanitaria provocata dalla guerra di Benjamin Netanyahu a Gaza, oltre 675 milioni di commesse militari per Israele. La risoluzione ha ottenuto 27 voti favorevoli e 70 contrari, tutti i repubblicani e 20 democratici. Ha invece ottenuto 24 voti, sempre tutti democratici, la risoluzione per proibire la vendita di decine di migliaia di fucili automatici ad Israele.