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Uccise a fucilate il vicino con la ruspa: assolto Sandro Mugnai

Il 5 gennaio 2023 l’artigiano ha preso la carabina da caccia al cinghiale e sparato al vicino mentre colpiva la casa con la benna di una ruspa. Secondo la sentenza si è trattato di legittima difesa


Uccise a fucilate il vicino che gli demoliva casa: la Corte d’assise di Arezzo ha assolto Sandro Mugnai, riconoscendogli la legittima difesa. La sentenza chiude uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi anni, iniziato il 5 gennaio 2023 a San Polo, nel comune di Arezzo, quando il 56enne sparò al vicino Gezim Dodoli, che stava colpendo la sua abitazione con una ruspa.

Legittima difesa: perché i giudici hanno assolto Mugnai

Secondo la Corte, Mugnai si trovò in una situazione di pericolo immediato: la ruspa guidata da Dodoli stava demolendo parte dell’abitazione, mettendo a rischio lui e i familiari presenti in casa. Per questo «il fatto non costituisce reato», hanno stabilito i giudici, confermando che l’imputato agì per difendere sé stesso, i suoi cari e i suoi beni.

La richiesta della procura

In origine Mugnai (nella foto) era accusato di omicidio volontario. Durante la requisitoria, la pm Laura Taddei aveva chiesto una condanna a 4 anni, riqualificando l’accusa in eccesso colposo di legittima difesa.

La difesa dell’artigiano aveva invece sostenuto che l’uomo avesse reagito esclusivamente per fermare un’aggressione in corso. La Corte ha accolto questa linea, arrivando all’assoluzione piena.

La ricostruzione dei fatti

La sera dell’episodio Mugnai era a cena con i parenti quando il vicino, con il quale aveva un rapporto teso da tempo, ha iniziato a colpire la casa con la benna di una ruspa, danneggiando la struttura e terrorizzando gli occupanti.

A quel punto l’artigiano ha preso la carabina da caccia al cinghiale, detenuta regolarmente, e sparato verso Dodoli, che è morto sul colpo, il corpo è rimasto nella cabina di guida del mezzo.

Secondo la sentenza, Mugnai si trovò in una situazione tale da giustificare una reazione immediata per «difendere la propria incolumità e quella della famiglia». Per questo motivo, «il fatto non costituisce reato».

Torna il dibattito sulla difesa in casa

L’assoluzione di Mugnai riporta al centro del dibattito pubblico il tema della legittima difesa domiciliare, già oggetto di modifiche legislative e discussioni politiche negli ultimi anni.

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