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Violenza donne: in 70.000 in corteo a Roma. “Sabotiamo guerre e patriarcato”

La manifestazione in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne del 25 novembre

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Con lo slogan “Sabotiamo guerre e patriarcato” e’ partito nel pomeriggio a Roma il corteo di ‘Non Una di Meno’ in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre. In piazza migliaia di persone con fumogeni, cori e mazzi di chiavi sventolati a simboleggiare il grido delle donne che chiedono più sicurezza quando tornano a casa.

Tanti i cartelloni e i manifesti dedicati a Ornella Vanoni, che i partecipanti sostengono fosse ”una vera femminista”, scomparsa ieri all’età di 91 anni.

Volti noti e molti giovani

In piazza diversi volti noti tra cui Paola Cortellesi, Anna Foglietta e Ferzan Ozpetek. Presenti anche alcuni esponenti di partito come il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Il centro di Roma è stato attraversato per tutto il pomeriggio da una marea fucsia, colore simbolo dell’associazione contro la violenza sulle donne. In piazza anche tante bandiere della Palestina. A metà corteo sono state proiettate su un lato della Basilica di Santa Maria Maggiore la scritta “Precarietà, bassi salari e femminilizzazione – Insegnare è un lavoro non una missione”.

Scuole di Roma, educazione all’affettività

Il corteo “e’ il segno di un cambiamento in atto, profondo, inarrestabile, che parla al futuro della nostra citta’ e del Paese”, ha commentato in una nota l’assessora alla scuola, formazione e lavoro di Roma Capitale, Claudia Pratelli che ha partecipato alla manifestazione. “Tantissimi i ragazzi e le ragazze che chiedono di abbattere la cultura patriarcale che ingabbia tutte e tutti, limita le loro liberta’, condiziona il modo di stare al mondo e persino di volersi bene”, ha aggiunto, “questo e’ un corteo che parla di diritti e di cultura di pace. Non chiedono slogan: chiedono assunzione di responsabilita’, chiedono educazione affettiva nelle scuole, chiedono ascolto e confronto, chiedono istituzioni capaci di riconoscere il loro protagonismo”. “In questi giorni”, ha ricordato l’assessora di Roma Capitale, “prende il via il nostro progetto di educazione all’affettivita’ nelle scuole secondarie di primo grado, rispondendo a un bisogno reale, esplicito, manifesto che viene dalle scuole, dalle famiglie e dagli studenti e studentesse. Tutto cio’ mentre il governo va in direzione opposta, con un testo di legge che o la proibisce o la ostacola. Noi andiamo avanti, convinti di essere dalla parte giusta della storia”.

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