La Corte d’Assise condanna Giandavide De Pau all’ergastolo per il triplice omicidio di Prati. I giudici: «Era lucido e capace di pianificare»
Ergastolo: è questo il verdetto della Corte d’Assise al termine di una lunga camera di consiglio. Giandavide De Pau è stato ritenuto responsabile dei tre omicidi commessi nel novembre 2022 a Roma.
La vicenda risale al 17 novembre 2022. De Pau entra nell’appartamento di via Riboty dove lo attendono Yan Rong Li e Jung Xia Yang, due sex worker cinesi. Doveva essere un appuntamento, diventa un massacro: l’uomo le accoltella una dopo l’altra, riprendendo parte della scena con il cellulare.
Quelle immagini sono state prove decisive. Il movente mai chiarito del tutto.

Pochi minuti dopo, ripreso dalle telecamere in strada, De Pau si sposta in via Durazzo, a poca distanza. Qui uccide la colombiana Marta Castano Torres, 65 anni. Cinquanta coltellate, molte delle quali inferte dopo la morte, un accanimento che, scrivono i giudici, mostra la pericolosità dell’imputato, tra derive criminali e abuso di cocaina.
La perizia psichiatrica: “Era lucido”
La difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro De Federicis, ha puntato sulla non imputabilità, sostenendo che il consumo cronico di cocaina avesse alterato la capacità di intendere e volere dell’uomo.
I periti del Tribunale sono stati categorici: De Pau era perfettamente capace di intendere, e la sequenza dei tre omicidi dimostra “lucidità e pianificazione”.
La reazione delle parti civili
Grande soddisfazione tra le parti civili, rappresentate dagli avvocati Emilio Malaspina e Angela Speranza Russo, fondatori dell’associazione “Per Marta e le altre”, nata un anno fa proprio in memoria di Castano Torres per sostenere le vittime di violenza.









