La Commissione Ue taglia le stime sull’Italia: Pil 2025 allo 0,4%, deficit al 3% e debito oltre il 136%. Italia tra le economie più lente dell’Unione
La Commissione europea rivede al ribasso le stime sull’Italia: secondo le previsioni economiche d’autunno, il Pil crescerà dello 0,4% nel 2025, contro lo 0,7% stimato in primavera, e dello 0,8% nel 2026 (dal precedente 0,9%). Per il 2027 Bruxelles prevede un aumento dello 0,8%, collocando l’Italia tra i Paesi con la crescita più bassa nell’Ue.
Il governo, nel Documento programmatico di bilancio (Dpb), indica per il 2026 una crescita prevista dello 0,7% e dello 0,8% nel 2028.
Italia fanalino di coda nel 2027 tra i Paesi Ue
Nel 2027 l’Italia risulterà tra gli Stati con le performance più deboli: solo 0,8% di crescita, in linea con Francia e Germania (1,1% e 1,2%). All’opposto, le economie più dinamiche saranno Malta (+3,5%), Irlanda (+2,9%) e Spagna (+2%). Per il 2026 l’Italia è penultima, con lo 0,8%, davanti al solo dato irlandese (0,2%). Per il 2025, con uno 0,4%, fa leggermente meglio di Finlandia (+0,1%) e Germania (+0,2%).
Deficit e debito: Italia sotto osservazione
La Commissione prevede per l’Italia un deficit/Pil al:
- 3% nel 2025,
- 2,8% nel 2026,
- 2,6% nel 2027.
Valori in linea con le stime del governo. Per uscire dalla procedura per deficit eccessivo, l’Italia dovrà chiudere il 2025 con un disavanzo sotto il 3%. Il debito resta molto elevato: Bruxelles lo vede al 136,4% nel 2025, 137,9% nel 2026 e 137,2% nel 2027. Nel 2027 l’Italia sarà tra i soli quattro Paesi Ue con un debito sopra il 100% — insieme a Belgio, Grecia e Francia.
Eurozona in crescita oltre le attese
Per l’Unione europea la crescita nei primi tre trimestri del 2025 è stata superiore alle previsioni. L’Eurozona dovrebbe chiudere l’anno a +1,3%, contro lo 0,9% stimato in primavera; l’Ue nel complesso a +1,4% (dall’1,1%). Nel 2026 Bruxelles prevede un rallentamento: +1,2% per l’Eurozona e +1,4% per l’Ue.
Bruxelles: rischi al ribasso tra dazi, geopolitica e clima
La Commissione indica diversi rischi per la crescita europea:
- incertezza commerciale e possibili dazi,
- escalation geopolitica,
- volatilità dei mercati finanziari,
- instabilità politica interna,
- crescente frequenza di eventi climatici estremi.
Tra i fattori positivi: riforme, nuovi accordi commerciali, più spesa per la difesa e politiche per la competitività.
Dombrovskis: “Crescita modesta in Italia”
Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, sottolinea che per l’Italia «la crescita prevista è modesta: 0,4% quest’anno e 0,8% nei prossimi due anni, trainata da consumi e investimenti».
Il Recovery Fund resta «il principale motore degli investimenti pubblici», ma dal prossimo anno l’Ue si attende «una ripresa dei fondi di coesione».
Bruxelles vede inoltre una crescita «robusta» degli investimenti delle imprese e della spesa pubblica grazie all’assorbimento del Pnrr. Sui conti pubblici, Dombrovskis conferma:
«Il deficit italiano nel 2025 è previsto al 3% del Pil, ma il governo ci ha più volte comunicato l’intenzione di mantenerlo leggermente sotto la soglia per uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo».
La decisione finale arriverà in aprile, quando Eurostat certificherà i dati del 2025. Resta da chiarire se un valore teorico del 2,99% sarà considerato sufficiente: la Commissione sta definendo le regole applicative della nuova governance economica.









