«Adesso prendo io il comando»
Con questa battuta, irresistibilmente “alla Verdone”, è iniziata la giornata speciale del regista romano, nominato sindaco di Roma per un giorno nel giorno del suo 75esimo compleanno. Un omaggio che richiama quello ricevuto da Alberto Sordi, quando Francesco Rutelli lo investì simbolicamente del ruolo di primo cittadino.
Ad accoglierlo in Campidoglio, un sorridente Roberto Gualtieri, la banda della polizia locale e una sala delle Bandiere gremita di amministratori e funzionari pronti a seguirlo in una giornata densa e simbolica.


I primi atti: cure gratuite a Tor Bella Monaca e librerie
Verdone parte subito dalla Roma che soffre. La giunta – riunita al completo – approva due memorie di indirizzo: l’attivazione di un servizio di odontoiatria e psicologia sociale gratuito a Tor Bella Monaca, destinato alle famiglie più fragili, in collaborazione con Regione Lazio e Sapienza; nuove misure per sostenere le librerie indipendenti, riconosciute come presidi culturali da tutelare, con la possibilità di occupare suolo pubblico per attività culturali e piccola somministrazione anche nel centro storico e nell’area Unesco.
«Due-tre idee ce le ho già» scherza Verdone, «ma le tengo tra me e il sindaco: se mi dice “nun se po’ fa”, che figura ci faccio?».
L’inaugurazione a Villa Gordiani
È un vero bagno di folla l’inaugurazione dell’area giochi di villa Gordiani, ripristinata dopo l’esplosione del distributore di Gpl. I bambini lo chiamano per nome, gli adulti lo abbracciano, qualcuno si commuove.
«Tutto ciò che si fa per i bambini è sacro» dice Verdone. «Un parco può cambiare un quartiere: crea relazioni, aggrega, dà respiro. Ho giocato anche io nei giardinetti, erano più sconnessi di questi, ma ci divertivamo lo stesso».
Andare nelle periferie
Verdone ripete un concetto chiave: andare nelle periferie non è un gesto simbolico, ma una scelta politica. «Il centro sta bene, o quasi. Le periferie invece sono laboratori di idee, creatività, comunità. Non parliamo di degrado: degrado è un insulto. La parola giusta è disuguaglianza. Ed è lì che bisogna portare speranza».
E poi gli occhi ai giovani: «Sono loro a vedere meglio, a capire prima, ad avere idee nuove. La cultura può fare tantissimo, e molto comincia proprio ai margini».
“Il regalo più bello che potessi ricevere“
La giornata è un percorso a tappe:
- Campidoglio con fascia tricolore sulle note di Un sacco bello;
- taglio del nastro in V Municipio;
- pranzo al centro anziani della Cassia;
- sopralluogo ai cantieri fognari di Tragliatella;
- incontro con i residenti del Centro Sociale di via Zubiena.
Alle 17.30, conclusione solenne in Aula Giulio Cesare, dove Verdone interviene davanti all’Assemblea Capitolina.
«È il regalo più bello che potessi ricevere» dice emozionato. «Roma mi ha dato tanto, oggi la città mi riabbraccia». Solo un altro romano aveva avuto questo onore: Alberto Sordi, nel 2000.









