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Manovra, oltre 5.500 emendamenti presentati Spunta il condono edilizio

È scaduto il termine per presentare in Commissione Bilancio del Senato gli emendamenti al ddl sulla manovra per il 2026. Ora si andrà alla scrematura, ma il loro volume è impressionante: oltre 5.500, di cui circa 1.638 depositati dalla maggioranza (500 da FdI, 677 da FI, 399 dalla Lega e 62 da Noi Moderati) e 3.862 dalle opposizioni. C’è una scadenza, il 18 novembre, per le 414 (238 per la maggioranza) proposte di modifica prioritarie che in politichese si chiamano “segnlate”.

Mentre FdI punta alla riqualificazione urbanistica, la Lega chiede di cedere quote del Mes, per aumentare di 5 miliardi l’anno per tre anni il Fondo sanitario nazionale o della stessa cifra il Fondo per la riduzione della pressione fiscale, e spinge per nuove assunzioni nelle forze dell’ordine.

Per le abitazioni locate a canone concordato, FI sostiene che l’Imu «non è dovuta a decorrere dall’anno 2026». Lo prevede un emendamento del senatore azzurro Roberto Rosso. Agli oneri derivanti (250 milioni annui) si provvederebbe mediante «corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica». Per sostenere l’offerta di alloggi in locazione, i forzisti vorrebbero incrementare dal 25 al 50 per cento la riduzione dell’Imu per gli immobili affittati a canone concordato ed estendere l’applicazione della cedolare secca al 10 per cento a tutto il Paese e non più solo ai Comuni ad alta tensione abitativa o alle zone rosse.

«Nella legge di bilancio – ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega) intervenendo in collegamento all’assemblea dell’Anci, riunitasi ieri a Bologna – trovano spazio segnali concreti di attenzione alle autonomie, nel rispetto della sostenibilità complessiva dei conti pubblici. Sappiamo che il carico che ricade sui Comuni sul piano sociale è il più difficile ed è per questo che abbiamo previsto un incremento del Fondo per i minori affidati agli enti territoriali. Sappiamo anche che non basta, ma intendiamo discutere insieme la possibilità di rendere più flessibile le risorse sociali, così da rispondere in modo più aderente alle esigenze di ciascun territorio».

Con la fine del Pnrr nel 2026, evidenzia Giorgetti, «la sfida è evitare un crollo improvviso delle capacità d’investimento, per questo il piano strutturale di bilancio è uno strumento fondamentale che consente di pianificare la spesa pubblica garantendo continuità agli investimenti, soprattutto a quelli locali». Azione si smarca decisamente dal ritorno del salario minimo voluto dal campo largo, mentre il Pd sembra avere imboccato una nuova strada, preferendo offrire il proprio contributo per migliorare l’impianto della legge di bilancio insieme al campo largo, piuttosto che continuare ad attaccare frontalmente la maggioranza.

«Insieme alle opposizioni abbiamo presentato 16 emendamenti condivisi per aumentare la coesione sociale – spiega Elly Schlein – Daremo quindi il nostro contributo per riuscire a migliorare una manovra che è di austerità, che non aumenta la crescita del Paese e vede crescere solo le diseguaglianze». Il nuovo standing della segretaria nazionale dem ha tutta l’aria di essere una prima risposta dopo che nei giorni scorsi Romano Prodi le aveva impartito una “bella tiratina di capelli”, in senso metaforico e a distanza, per farle capire che il riformismo è fatto di pragmatismo e cose concrete, non certo sul modello ideologico del neo sindaco Mamdani, che va compreso nel contesto particolare di New York e dell’America muscolare di Trump.

Due emendamenti di FdI, invece, prevedono interventi di riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, per la repressione dell’abusivismo edilizio, nonché per le occupazioni di aree demaniali. Il senatore meloniano, il campano Domenico Matera, ha detto che l’obiettivo è quello mitigare le difficoltà amministrative in tema di doppia conformità urbanistica e Imma Vietri (deputata FdI) ha dichiarato che un altro emendamento è mirato a ristabilire un principio di giustizia nei confronti dei tanti cittadini campani che, pur avendo versato nel 2003 quanto previsto dalla legge, furono ingiustamente esclusi dalla sanatoria edilizia del governo Berlusconi.

«Parliamo di immobili non situati in zone rosse e già dotati di titolo abilitativo edilizio, fabbricati quindi pienamente regolarizzabili», conclude. Le reazioni contrarie, però, dicono che è un condono. «Dopo la legge Salva casa di Salvini, ora è FdI che in piena campagna elettorale regionale propone un emendamento che non passerà mai, ma che serve per prendere i voti degli abusivi», il secco commento del senatore Peppe De Cristofaro (Avs). «Riaprire i termini della sanatoria del 2003 di fatto ci pone di fronte a uno sfacciato voto di scambio. La Campania è piena di ferite legate all’abusivismo edilizio: vergogna, non c’è altro da aggiungere», così in una nota il senatore campano del M5s Luigi Nave.

Quanto agli emendamenti della Lega si va dalla rimodulazione della rottamazione alle nuove assunzioni nelle forze dell’ordine, dalla compensazione fra debiti e crediti per le imprese, alla sospensione dell’aumento dell’età pensionabile. La Lega chiede anche di evitare l’innalzamento dell’aliquota sugli affitti brevi e spinge sul Piano Casa presentato da Matteo Salvini. Un emendamento di Iv chiede di eliminare completamente l’articolo che alza dal 21 al 26 per cento la cedolare secca sugli affitti brevi.

«Si tratta di un aumento delle tasse sulla casa ai danni del ceto medio e di famiglie che provano ad arrotondare stipendi sempre più bassi. Limitare il rialzo a chi utilizza le piattaforme è una farsa, visto che praticamente tutti si affidano ai portali online», si legge in una nota del partito di Matteo Renzi. Con un altro emendamento Iv propone un Fondo per il contrasto al dimensionamento scolastico da 300 milioni l’anno. Renzi ha ribattezzato questa proposta «Salva Michelangiolo», come lo storico liceo classico fiorentino che dal prossimo anno rischia di essere accorpato, perdendo l’autonomia.

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