Maxi inchiesta per corruzione a Palermo. Sono diciotto gli indagati: tra questi l’ex governatore Totò Cuffaro e il parlamentare Saverio Romano
Sono diciotto in totale gli indagati nell’inchiesta palermitana che ipotizza il reato di corruzione oltre a quelli di associazione a delinquere e turbativa d’asta. Tra gli indagati anche l’ex governatore Totò Cuffaro e il deputato ed ex ministro dell’agricoltura di Noi Moderati Saverio Romano. L’indagine riguarda appalti truccati, anche in ambito sanitario. I carabinieri del Ros hanno notificato a tutti gli indagati l’invito a comparire davanti al gip per l’interrogatorio preventivo. Il gip deciderà quindi se accogliere o meno la richiesta di domiciliari avanzata per Cuffaro e per gli altri e se chiedere al Parlamento l’autorizzazione a procedere per Romano.

Gli indagati
Tra gli indagati anche Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Caltagirone, l’ex manager dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Roberto Colletti, Maroco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Carmelo Pace, capogruppo all’Assemblea regionale Siciliana della Democrazia Cristiana, l’ex braccio destro di Cuffaro Vito Raso, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro.
Le reazioni
Durissima la reazione social del leader di Azione Carlo Calenda, che chiede da tempo il commissariamento della regione: “Questa è l’immagine plastica della classe dirigente siciliana che continua a bloccare la regione: stessi nomi, stessi metodi, stessa impunità morale. È una questione etica e culturale prima che giudiziaria. Finché continueremo a considerare “normale” che certi personaggi, che tra l’altro erano già stati arrestati e condannati per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, facciano politica, non cambierà mai nulla. Eppure questo sistema opprimente non è invincibile. Firma e fai firmare per sciogliere la Regione siciliana e commissariarla. Agiamo insieme, ora!”.
Romano: “A disposizione della procura”
Il deputato Romano si dice “tranquillo e a disposizione”: “Apprendo dalla stampa di una richiesta della procura di Palermo che mi riguarderebbe: non ne so nulla e non ho ricevuto alcuna comunicazione. In ogni caso sono assolutamente tranquillo e a disposizione, pronto a chiarire eventuali dubbi dei magistrati, dei quali ho la massima stima e considerazione”.
Il Pm, Cuffaro a capo di associazione criminale
Le accuse per Cuffaro sono pesantissime: secondo il Pm, l’ex presidente della Regione avrebbe utilizzato la sua influenza politica e la sua rete di conoscenze per incidere sull’esito di concorsi, gare di appalto e procedure amministrative in modo da favorire imprenditori amici, procurare loro vantaggi e al tempo stesso rafforzare il proprio consenso politico. I pm parlano di un comitato di affari occulto in grado di “infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Sicilia e catalizzare il consenso elettorale del maggior numero di cittadini”. Cuffaro, per l’accusa, sarebbe stato al vertice di un’associazione criminale “mediando con i rappresentanti di enti e imprese, con cui erano in corso o in esecuzione le intese corruttive, e stabilendo l’entità delle utilità indebite richieste”.


















