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Bomba distrugge auto di Ranucci e figlia. Il giornalista di Report: «Poteva uccidere»

Le due auto macchine erano parcheggiate sotto casa in località Campo Ascolano, fra Roma e Pomezia. L’esplosione poco dopo le 22


Una bomba ha distrutto l’auto del giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore di “Report” in località Campo Ascolano, fra Roma e Pomezia, a sud della Capitale. Carbonizzato anche il veicolo della figlia (foto dal sito di Repubblica).

“Un ordigno in grado di uccidere” dice il giornalista. Le due auto erano parcheggiate sotto casa di Ranucci. Il gravissimo fatto ieri sera, poco dopo le 22, la donna era appena tornata a casa.

“Abbiamo sentito una doppia esplosione”. Il conduttore tv ha aggiunto: “Hanno usato almeno un chilo di esplosivo, potevano ammazzare mia figlia”. “Negli ultimi mesi ho subìto varie minacce, mi hanno mandato il proiettile di una P38”. Danneggiate anche le abitazioni.

Bomba avrebbe potuto uccidere chi fosse passato

“La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”, scrive Ranucci stesso sui sociali: “Due ordigni – si legge nel post – hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l’intero quartiere”.

L’auto è saltata in aria

Anche la redazione di Report ha diffuso una nota in cui si parla esplicitamente di un “ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista”, la cui esplosione avrebbe potuto avere conseguenze mortali. “L’auto è saltata in aria – si legge – danneggiando anche l’altra vettura di famiglia e la casa accanto. Sul posto sono intervenuti carabinieri, Digos, vigili del fuoco e polizia scientifica. La Procura è stata immediatamente informata e il Prefetto avvisato. La potenza dell’esplosione era tale da poter uccidere chiunque fosse passato in quel momento.”

Le parole di Ranucci

“Sono in macchina con la scorta dei carabinieri e sto andando a sporgere denuncia. Mia figlia aveva parcheggiato la sua auto ed era passata da lì venti minuti prima dell’esplosione. Sembra un ordigno rudimentale, ma bisogna capire la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice.”

La scorta dal 2021

Ranucci vive sotto scorta dal 2021, dopo la scoperta di un piano per assassinarlo: un boss legato alla ’ndrangheta avrebbe assoldato due killer per eliminarlo. La sua tutela, cominciata già nel 2009, era stata rafforzata dopo minacce dirette e pressioni legate alle sue inchieste giornalistiche più scomode. Il giornalista, da anni nel mirino per il suo lavoro, ha ricordato di aver subito varie minacce negli ultimi tempi, dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino a episodi di pedinamento segnalati alla scorta.

I video di Report

Nel video pubblicato da Report si vede l’auto del giornalista completamente distrutta nella parte anteriore e la vettura accanto, appartenente alla figlia, gravemente danneggiata. L’ordigno, piazzato sotto la macchina del conduttore, ha provocato danni anche alla casa vicina. L’auto, ha spiegato Ranucci, era stata parcheggiata dal figlio nel primo pomeriggio del giorno precedente.

Reazioni politiche e istituzionali

“Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile” – ha scritto su X il ministro della Difesa Guido Crosetto – “Un ordigno ha fatto esplodere l’auto di Sigfrido Ranucci davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi.”

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere.”

Sulla stessa linea il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha definito l’accaduto “di una gravità inaudita e inaccettabile”, e il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha parlato di “atto intimidatorio ingiustificabile” e ha espresso “piena solidarietà” a Ranucci e alla sua famiglia.

Anche l’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, ha diffuso una nota a nome dell’intera azienda: “La Rai si stringe al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprime massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio. Il ruolo del servizio pubblico è garantire dialogo, pluralismo e rispetto. La libertà informativa è l’essenza vitale della nostra democrazia.”

Indagine della Dda di Roma

La Procura distrettuale antimafia di Roma ha aperto un’inchiesta sull’esplosione. Il fascicolo, affidato al pm Carlo Villani e coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò, ipotizza al momento il reato di danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. Gli inquirenti attendono le prime relazioni da carabinieri, Digos e vigili del fuoco intervenuti sul posto.

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