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Meghnagi: «Sinistra sfila tra simboli d’odio, in Italia torna l’antisemitismo»

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«Il 7 ottobre è una pagina drammatica per noi, non potremo mai dimenticare. Quelli di Hamas non hanno ucciso non solo gli ebrei, ma anche arabi e cristiani. Hanno compiuto stupri multipli e di gruppo: su alcuni corpi sono stati trovati sette tipi di sperma diversi. Hanno violentato e aperto la pancia a una donna incinta di otto mesi. Hanno sparato in testa ai bambini. Anche io ho perso una nipote in quel festival maledetto». Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, ricorda così, due anni dopo, il feroce pogrom che i miliziani islamisti hanno inflitto a numerosi villaggi e kibbutz al confine con Gaza. Risultato: 1.200 morti e 251 persone rapite.
Eppure, secondo uno striscione del corteo di sabato scorso, il 7 ottobre è la giornata della resistenza palestinese.
«Provo vergogna e ribrezzo per coloro che hanno organizzato le manifestazioni della settimana scorsa. Se autorizzi questo stendardo sei tu il responsabile. Altro che “pochi facinorosi”: questo è esattamente l’antisemitismo. Condanno aspramente la Cgil e i partiti politici che hanno appoggiato questa manifestazione che incita all’antisemitismo».

Come spiega questo clima?

«Il popolo italiano non è antisemita. Ma molte trasmissioni televisive ormai incitano all’antisemitismo. Bianca Berlinguer invita solo chi è contro Israele. L’altra sera ha chiesto ai suoi ospiti: “cosa pensate di quello che stanno facendo gli ebrei, dopo quello che hanno subito con la Shoah?”. Ma parlare genericamente degli ebrei e non del governo di Israele non è antisemitismo? Per non parlare dei talk show condotti su La7 da Luca Telese, Marianna Aprile e Corrado Formigli: basta vederli per capire dove vanno a parare. Mi stupisco di un uomo come Urbano Cairo che accetta queste cose per fare ascolti. Vogliamo parlare di Francesca Albanese? Ha detto “lo perdono” al sindaco che ha ricordato gli ostaggi israeliani, ha abbandonato lo studio quando qualcuno ha citato in sua presenza Liliana Segre. Anche sul Corriere della Sera e su Repubblica ci sono giornalisti che scrivono fake news. Alessandra Costante, segretaria nazionale della Fnsi, è arrivata a contestare la pubblicazione sui giornali di un annuncio di Stefano Parisi per ricordare il 7 ottobre».

Giornalisti cattivi maestri?

«C’è un boicottaggio sistematico di Israele e degli ebrei. L’ideologia della violenza e dell’odio si infiltra ogni giorno nei programmi televisivi tramite i soliti ospiti e alimenta i social. Condanno apertamente questi giornalisti: sono portatori dell’antisemitismo. Li accuso a voce alta di fomentare la violenza. Mi denuncino pure. Ma dovrebbero essere gli altri giornalisti a reagire: non è possibile dire queste cose».

Lo slogan “Palestina libera dal fiume al mare” è ormai ampiamente sdoganato. Vogliamo ricordare che cosa significa?

«Significa la cancellazione di Israele dalla Giordania fino al mar Mediterraneo. Vuol dire che vogliono distruggere lo stato ebraico».

Molti si giustificano dicendo che sono antisionisti, non antisemiti.

«Proclamarsi antisionisti significa ancora una volta proclamarsi contro l’esistenza stessa dello Stato di Israele fondato nel 1948 e riconosciuto dall’Onu. Vuol dire che sei contro l’idea che gli ebrei abbiano un loro stato. Sono persone ignoranti».

Quali sono le responsabilità della politica?

«Cento sindaci calabresi hanno firmato contro Israele. La Regione Puglia ha chiuso le porte della Fiera del Levante a Israele. Tempo fa ho chiesto al sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Perché espone solo la bandiera palestinese? Non sarebbe meglio stendere le due bandiere unite nella pace?”. Mi rispose: “Abbiamo in città 60-70 Mila musulmani, devo farlo”. Ma così vendi l’anima e vendi la democrazia! I partiti non possono vendere l’anima al diavolo per raccogliere un po’ di voti. Tanto più che così le elezioni le perdono, come dimostrano le Marche e la Calabria».

Dove si annida oggi l’antisemitismo politico?

«Lunedì sera durante il consiglio del comune di Milano il Pd ha presentato una mozione per interrompere il gemellaggio tra Tel Aviv e Milano: caduto il numero legale, la discussione è stata rimandata. Hanno presentato la mozione alla vigilia dell’anniversario del 7 ottobre con il chiaro intento di compiere uno sfregio. Una vicenda incredibile. Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione, sui social attacca continuamente Israele con accuse che alla fine si estendono a tutti gli ebrei. Purtroppo chi accusa Israele e gli ebrei è la sinistra: se scappa qualcosa contro gli ebrei, scappa da lì. Oggi, nel Pd, si riesce a parlare solo con i riformisti come Picierno, Guerini, Delrio e Fassino. Ma quelli che votano Pd non sono tutti antisemiti, tutt’altro: tanti di loro condannano la deriva del partito».

Israele è accusato di genocidio.

«Non c’è stato nessun genocidio: è una guerra. Ma i morti sono tanti e troppi. E non dovrebbero mai esserci. Hamas ha piazzato armi e missili dappertutto – scuole, ospedali, moschee – e ha usato come scudi umani i poveri palestinesi. Oggi nelle strade di Gaza la gente applaude sapendo della trattativa».

Però i leader della Flotilla e le piazze a sostegno di Gaza respingono il piano di pace…

«Io invece sono ottimista sul piano di Trump: otto paesi musulmani grandi e importanti – perfino l’Indonesia – lo hanno firmato. Lo ha accettato anche Netanyahu e io spero che i due partiti estremisti lascino la maggioranza. Blair è un politico preparato. Gli unici che non vogliono la pace sono lo Yemen e l’Iran, non a caso. Perché non dovremmo realizzare quel piano? Vorrei capirlo».

L’Occidente ha fatto abbastanza finora?

«L’Occidente avrebbe dovuto subito pretendere da Hamas il rilascio degli ostaggi. Viceversa il riconoscimento dello Stato di Palestina ha rafforzato e legittimato Hamas. Il governo italiano e quello tedesco sono gli unici stati europei che hanno avuto il coraggio di chiedere come condizioni del riconoscimento la definizione dei confini, la tregua, il rilascio degli ostaggi e il riconoscimento dello Stato ebraico. Su questo punto sono d’accordo tutti i partiti di centrodestra, ma non la sinistra. Non capisco perché».

L’antisemitismo si alimenta di un’altra narrazione: Israele come espressione massima dei torti dell’Occidente, stato capitalista, neocoloniale e oppressivo…

«Certo Israele è un baluardo dell’Occidente, ma è un paese democratico. L’odio antioccidentale esiste, ma nessuno dei critici sa come si vive davvero in Israele. Molti politici non sanno niente della storia degli ebrei e di Israele. Vorrei incontrarli, dialogare con loro e regalare loro dei libri per capire meglio questa storia».

C’è paura per gli ebrei in Italia? È pericoloso usare la kippah?

«Noi possiamo contare sulle forze dell’ordine migliori d’Europa e su un governo che difende gli ebrei italiani come è giusto che sia. Stiamo meglio che in Francia o in Gran Bretagna. Certo, il timore c’è, dobbiamo stare molto attenti, anche a usare la kippah. Ma non abbassiamo la testa, non dobbiamo rinunciare alle nostre festività come la festa delle capanne di questi giorni. Ma le dico che la maggioranza degli italiani sta con noi».

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