La guerra a Gaza ha seminato vento e ora sta generando tempesta, il cui vento soffia nelle vele delle flottiglie europee e sulle piazze italiane
Si è conclusa, dopo quasi dodici ore di concitazione e agitazioni, l’epopea della Global Sumud Flotilla, il convoglio di attivisti diretto a Gaza. La guerra a Gaza ha indubbiamente seminato vento e ora sta generando tempesta, il cui vento soffia nelle vele delle flottiglie europee e sulle piazze italiane.
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Proteste spontanee infatti sono già scoppiate a Bruxelles, Parigi, Madrid, Barcellona, Berlino, Istanbul e in gran parte delle città italiane. Nel Belpaese si sono contate manifestazioni in almeno 35 città, quasi tutte in maniera pacifica, nonostante qualche disordine a Bologna di fronte alla stazione. Istituti scolastici e università sono stati occupati a Roma, Napoli, Milano, Bologna, Pisa, Genova e molte altre città, mentre sono numerose le stazioni ferroviarie e gli aeroporti –da Torino a Padova – bloccati dai manifestanti nella giornata di ieri.
Le dimostrazioni sono servite anche come una evidente dimostrazione della forza e della presa sulla popolazione del movimento pro-Pal: solo nella Capitale nella notte tra mercoledì e giovedì almeno 10.000 persone si sono radunate a Piazza del Cinquecento, di fronte alla stazione Termini, prima di sfilare in corteo fino a Piazza San Silvestro. Numeri considerevoli data l’ora tarda e lo scarso preavviso, nonché sintomo del quel crescente sentimento di indignazione popolare già manifestatosi nello sciopero generale dello scorso 22 settembre.
E un nuovo sciopero generale è stata proprio la strada prescelta dai sindacati – dall’Usb alla Cgil – per protestare contro il fermo della Flotilla e – questa è l’accusa – l’acquiescenza del Governo Meloni nei confronti di Israele. Il blocco delle attività, proclamato a oltranza e per tutti i settori, è stato immediatamente stoppato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, secondo il quale le ragioni eminentemente politiche e la scarso preavviso inficerebbero la legittimità dello sciopero.
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Il leader della Lega, tuttavia, non si è limitato a precettare lo sciopero – minacciando dunque sanzioni penali nei confronti dei disubbidienti – ma ha proposto in occasione del Consiglio dei Ministri di ieri sera una revisione della normativa vigente in materia di sanzioni per gli scioperi non autorizzati. Lo ha comunicato lo stesso Salvini in una nota, con una mossa destinata ad infiammare le tensioni. Com’era prevedibile infatti, il Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini ha respinto la precettazione e annunciato un immediato ricorso contro la decisione del ministro. «Vedrete delle piazze talmente piene che la gente non saprà dove andare. La Cgil non può stare zitta quando il governo italiano ed europeo decidono di spendere nei prossimi anni centinaia di miliardi per armarsi. La sicurezza oggi per i giovani e quella di poter lavorare, usare la loro intelligenza, e non essere precari. Avere scuole, una sanità che funziona. I giovani hanno paura del loro futuro e stanno scendendo in piazza perché non accettano la logica violenta della guerra», ha detto il capo del maggior sindacato italiano.
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La decisione di rigettare la precettazione ha pochi precedenti ma denota anche la consapevolezza – da parte degli scioperanti – di come la causa palestinese sia divenuta ormai trasversale a livello politico. Non è un caso infatti se, secondo i dati recentemente pubblicato dall’Ispi, il sostegno al riconoscimento di uno Stato palestinese sia condiviso anche dagli elettori di centrodestra, tradizionalmente poco sensibili al tema. Il braccio di ferro ha assunto così dimensioni eminentemente politiche, frutto di circostanze eccezionali, tali da permettere al sindacato di usare la foglia di fico dei diritti costituzionali – accampati da Landini come giustificazione del mancato preavviso, una possibilità che è permessa dalla legge ma che non sembra sussistere in questo caso – per promuovere un antagonismo che restituisca alla lotta sindacale una vivacità che non si vedeva da anni.
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E, a proposito di lotta, nella tarda nottata di ieri due nuove flottiglie sono partite alla volta di Gaza: almeno 45 navi sono partire infatti da Arsuz, in Turchia, mentre 11 imbarcazioni sono salpate dalla Sicilia guidata dall’attivista Fabio Saccomanni. La guerra a Gaza ha indubbiamente seminato vento e ora sta generando tempesta, il cui vento soffia nelle vele delle flottiglie europee e sulle piazze italiane.
Blocco accesso a porto Livorno, stop traffico commerciale
Traffico commerciale completamente bloccato in ingresso e uscita dalla zona nord del porto di Livorno con lunghe file di mezzi pesanti e Tir intrappolati tra il ponte Genova e via Leonardo da Vinci a causa dei manifestanti proPal che, come annunciato da Usb, hanno invaso dalle 6 di stamattina, con un presidio, le carreggiate del grande nodo viario di fronte al varco Zara di accesso al porto. I manifestanti hanno posizionato transenne e acceso fuochi per impedire il passaggio dei veicoli compresi quelli di passeggeri ai traghetti. Proteste di camionisti e automobilisti ma in quella zona della città non si passa.
Oltre 100 cortei in tutta Italia
La Cgil ha indetto lo sciopero generale con oltre 100 cortei in tutta Italia “in difesa della Flotilla, dei valori costituzionali e a sostegno della popolazione di Gaza”. A Roma la manifestazione partirà alle 8:30 da piazza Vittorio per arrivare in piazza dei Cinquecento, con la partecipazione del segretario generale Maurizio Landini che terrà un punto stampa alle 9:15.
La Cgil denuncia l’attacco israeliano alla Global Sumud Flotilla, “navi civili con cittadini italiani a bordo”, definendolo un fatto di estrema gravità, un attentato alla Costituzione e alla sicurezza di lavoratori e volontari. Per la Confederazione si tratta di un atto che impedisce un’azione umanitaria verso Gaza, sottoposta – afferma – a una “vera e propria operazione di genocidio”. Critiche anche al governo italiano, accusato di aver abbandonato in acque internazionali cittadini e lavoratori. “Il fatto che le piazze si stiano riempiendo di persone normali di fronte quello che sta succedendo è perché a vedere che le persone muoiono e di questo genocidio, scatta un meccanismo di umanità e fratellanza”, ha precisato Landini.
Blocchiamo tutto a Roma
Weekend di mobilitazioni nel segno dello slogan “Blocchiamo tutto”, dopo l’abbordaggio della Flotilla. A Roma studenti e attivisti hanno occupato università e bloccato linee ferroviarie. Nel corteo nazionale, partito dal Colosseo e diretto al Circo Massimo, gli organizzatori hanno rivendicato la presenza di 50mila persone, le forze dell’ordine ne stimano 10mila. In un liceo romano si sono registrate tensioni tra studenti pro Palestina e membri della comunità ebraica.
Torino, continua l’occupazione
Oltre 20mila in piazza. Lo spezzone antagonista ha devastato le Officine Grandi Riparazioni, dove sono attesi von der Leyen, Bezos ed Elkann. Occupati diversi licei e facoltà universitarie. All’aeroporto Caselle circa 70 manifestanti sono entrati nell’area di imbarco, causando ritardi.
Lacrimogeni a Bologna
Scontri e lacrimogeni davanti alla stazione centrale, con blocco della circolazione ferroviaria. Migliaia di studenti hanno cercato più volte di entrare nello scalo, respinti dalle forze dell’ordine. Corteo poi spostato sui viali cittadini.
Occupata Lettere a Firenze
Occupata la facoltà di Lettere e la stazione Santa Maria Novella: 5mila manifestanti sono scesi sui binari, bloccando i treni e causando contusi tra poliziotti. Altri blocchi a Prato e Livorno.
Trieste
Manifestanti hanno tentato di entrare nella stazione ferroviaria, respinti con cariche di alleggerimento e lacrimogeni. Un poliziotto ferito lievemente.
Napoli
Corteo pro Palestina partito da piazza del Carmine. Tentato l’ingresso al porto, respinto dalla polizia.
Studenti e collettivi pronti a Milano
Occupata l’Università Statale, studenti e collettivi pronti per lo sciopero generale. Corteo da piazzale Loreto a piazza Duomo con richieste di embargo militare e corridoio umanitario.
Occupate università di Pisa e Venezia
Circa 300 studenti hanno occupato il rettorato dell’Università, pronti a restare fino alla manifestazione di domani. Previsti blocchi anche in stazione e arterie principali. A Venezia studenti dello Iuav hanno esposto uno striscione di otto metri con scritto Free Palestine da una sede storica dell’ateneo.
Manifestazioni iniziate giovedì a Genova, Cagliari e Bari
Manifestazioni davanti al porto di Genova, ma senza blocchi operativi alle attività. A Cagliari un centinaio di studenti ha bloccato per mezz’ora la viabilità vicino alla stazione, con corteo per le vie del centro. A Bari occupata un’aula dell’Università, studenti chiedono la sospensione totale degli accordi con Israele.