Un corteo partito dal terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa ha raggiunto l’ingresso di Cargo City, l’area commerciale d’imbarco merci, bloccando la rotonda e l’accesso allo scalo. Al grido di «non un chiodo per Israele», i dimostranti hanno occupato la strada che conduce agli hangar, mentre le forze dell’ordine hanno chiuso le vie d’accesso deviando i tir e impedendo l’ingresso dei mezzi pesanti.
L’iniziativa nasce dal presidio organizzato da Cub e Usb alla porta 1 del terminal, nell’ambito dello sciopero nazionale del settore aereo, per denunciare la situazione in Palestina e chiedere maggiori tutele sul lavoro. «Stiamo bloccando il transito dei camion a Cargo City e lo faremo almeno fino alle 14. Chiediamo tutele per i lavoratori e al Governo di non aumentare la spesa militare», ha spiegato Renzo Canavesi, portavoce Cub, ricordando che a giugno l’aeronautica militare ha aperto nell’area un ufficio per agevolare il transito di materiale bellico, «anche destinato a Israele».
Silvio Pistoia, portavoce Usb, ha aggiunto: «Manifestiamo per lo sblocco degli stipendi a fronte dell’aumento dei carichi di lavoro e contro l’invio di armi. Da questo aeroporto partono forniture per l’esercito israeliano. Per questo raggiungiamo Cargo City e blocchiamo i carichi in partenza».
Lo sciopero si inserisce in una giornata di mobilitazione nazionale che unisce la difesa dei diritti dei lavoratori al sostegno alla causa palestinese, con l’obiettivo di mettere al centro tanto le condizioni salariali quanto la richiesta di fermare le forniture militari allo Stato Ebraico.