ROMA – L’Italia si trova a fronteggiare il più grave focolaio di botulismo alimentare degli ultimi anni, con due distinti episodi in Calabria e in Sardegna, tre morti accertati e un totale di 17 persone coinvolte.
A Diamante, in provincia di Cosenza, l’allarme è esploso dopo che diversi clienti di un food truck hanno sviluppato sintomi compatibili con intossicazione da botulino. Tutti avevano consumato lo stesso panino con salsiccia e cime di rapa il 3 agosto. La Procura di Paola, guidata dal procuratore Domenico Fiordalisi, indaga su nove persone – il venditore ambulante, tre legali rappresentanti di due ditte fornitrici e cinque medici – con le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni personali colpose.
Le vittime accertate sono Luigi Di Sarno, 52enne campano, deceduto nei pressi di Lagonegro mentre rientrava a casa, e Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante, morta il 6 agosto. Martedì 12 agosto saranno eseguite le autopsie, con riesumazione della salma di D’Acunto su richiesta della famiglia. “Pare ormai cristallizzato il dato circa il food truck come origine delle intossicazioni da botulino”, confermano fonti investigative, precisando che le analisi si concentrano sulle modalità di somministrazione dell’alimento.
Il bilancio attuale parla di 15 ricoverati, 12 dei quali all’ospedale Annunziata di Cosenza e due a Napoli; nove pazienti sono ancora in rianimazione. “L’ospedale Annunziata di Cosenza ha risposto tempestivamente alla criticità – ha dichiarato il direttore generale Vitaliano De Salazar – e la rete ha funzionato. Al momento ci sono dodici pazienti ricoverati, tutti in prognosi riservata e due presentano un quadro clinico più severo. Siamo soddisfatti del lavoro svolto che dimostra la validità del servizio pubblico”.
Finora sono state somministrate nove fiale di antitossina botulinica, reperite anche grazie a missioni urgenti in elicottero. “L’antidoto non è curativo – ha precisato De Salazar – serve a impedire la progressione della tossina. In genere il recupero è buono, ma i tempi sono piuttosto lunghi e possono variare da qualche settimana a diversi mesi”.
In Sardegna, invece, il focolaio è legato a una salsa guacamole consumata durante la “Fiesta Latina” di Monserrato. Tra i quattro ricoverati, la 37enne Roberta Pitzalis è morta l’8 agosto dopo giorni in rianimazione. Restano in condizioni stazionarie una 14enne e una 62enne al Policlinico di Monserrato e un bambino di 11 anni trasferito al Gemelli di Roma.
A scopo precauzionale, Metro Italia ha richiamato alcuni lotti di polpa di avocado Metro Chef, prodotta dalla olandese Salud Food Group Europe con avocado dal Perù. “La qualità e la sicurezza dei prodotti sono, infatti, per Metro una priorità assoluta – ha scritto l’azienda – abbiamo tempestivamente adottato tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei clienti, allertandoli dell’accaduto, nel pieno rispetto della normativa vigente”.