106 voti favorevoli, 61 no, 11 astenuti: secondo via libera Parlamento. Proteste in aula. Meloni: «Passo avanti». Tajani: «Berlusconi guarda»
Con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, il Senato ha dato il secondo via libera alla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra pm e giudici. Il disegno di legge, già approvato dalla Camera lo scorso 16 gennaio, tornerà ora a Montecitorio per la terza lettura, prima del passaggio finale in Senato.
Proteste delle opposizioni durante il voto in Aula: il Movimento 5 Stelle ha esposto cartelli con i volti di Falcone e Borsellino, accusando il centrodestra di strumentalizzarli in modo “improprio e offensivo”. Pd e Alleanza Verdi-Sinistra hanno mostrato una copia della Costituzione capovolta, scandendo in coro “vergogna”.
LO SPIGOLO – Istituzioni nel ring della giustizia di Mario Lavia
Soddisfatto il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “È una riforma che auspicavo dal 1995, da quando scrissi il mio primo libro sulla giustizia”. Nordio spera, ha detto, anche nel passaggio referendario: “È un tema troppo delicato per non essere sottoposto al giudizio degli italiani”.
La premier Giorgia Meloni ha commentato su X: “Un passo importante verso un impegno preso con gli italiani. Vogliamo dare al Paese un sistema giudiziario più efficiente, equo e trasparente”.
L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia, segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione. Il percorso non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) July 22, 2025
Durissima la reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, che parla di “magistratura addomesticata e subalterna” e promette battaglia fino al referendum: “Toglie garanzie ai cittadini e mina il controllo di legalità”.
Per il leader M5S Giuseppe Conte: “L’obiettivo del centrodestra è mettere il guinzaglio ai magistrati, proteggere i potenti e realizzare il sogno della P2”. Dello stesso tenore le parole del dem Francesco Boccia, che ha definito la riforma “ispirata a un’idea illiberale del potere”, e di Dario Franceschini, che ha paragonato l’attuale governo al tentativo di pieni poteri evocato da Matteo Salvini ai tempi del Papeete.
Parole anche da Matteo Renzi: “Non mi sono opposto alle toghe rosse per consegnare lo strapotere a quelle brune. Questa riforma non è una rivincita della politica sulla magistratura, ma una resa dei conti interna alle toghe”. Forza Italia ha accolto il voto con entusiasmo. Il vicepremier Antonio Tajani ha ricordato Silvio Berlusconi: “Ci guarda da lassù. Aveva fatto della riforma della giustizia una delle sue battaglie politiche principali. Oggi, in parte, l’abbiamo realizzata”.