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Chat d’inchiesta, Sala a Boeri: «Le torri non possono spuntare dal nulla»

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Sullo Stadio San Siro: «Ti porto io gli imprenditori». Mercoledì primo interrogatorio di garanzia. Gip Fiorentini deciderà misure cautelari


L’ultimo filone, il quarto, della maxi inchiesta sull’edilizia milanese che ipotizza l’asservimento degli uffici comunali alle «utilità di una cerchia ristretta ed elitaria» anziché essere «presidio di tutela dell’interesse pubblico», avrà una sicura svolta il 23 luglio. Una data cruciale in cui si svolgeranno gli interrogatori di coloro che sono considerati i protagonisti chiave delle contestazioni mosse dalla Procura di Milano, considerati responsabili di una «incontrollata espansione edilizia» e di fare parte di un «perverso circuito corruttivo».

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Un terremoto giudiziario esploso in questi giorni all’ombra della Madonnina all’esito finale di indagini che da mesi hanno messo sotto osservazione speciale il mondo del mattone: nel mirino ci sono Giancarlo Tancredi, oggi assessore alla Rigenerazione Urbana e all’epoca dei fatti dirigente comunale con ampie deleghe sugli interventi edilizi. Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, indicato come snodo chiave tra amministrazione e mondo immobiliare. Stefano Boeri, noto architetto, che per chi indaga avrebbe esercitato un’influenza determinante su progetti strategici. Manfredi Catella, imprenditore e Ceo di Coima, coinvolto per il ruolo della sua società nella trasformazione urbana. A completare il quadro nella ricostruzione degli inquirenti, altri professionisti come Alessandro Scandurra, progettista, Andrea Bezziccheri, immobiliarista, e Federico Pella, manager tecnico.

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Sarà il gip Mattia Fiorentini a decidere sulla concessione delle misure cautelari richieste, una decisione che potrebbe avere un impatto politico devastante sulla città di Milano. Tutti sono accusati a vario titolo di aver favorito un sistema che, secondo la Procura, puntava a massimizzare i vantaggi per le imprese a scapito della trasparenza amministrativa.

Manfredi Catella
Manfredi Catella



Ma ad alleggerire il carico di pressione di queste ore su Tancredi, il fatto che nel 2021 l’Anac chiese informazioni al Comune di Milano per verificare la posizione dell’allora neo assessore all’urbanistica ed architetto in merito ad eventuali conflitti di interesse. Dai responsabili dell’amministrazione fu risposto – attraverso una documentazione – che quest’ultimo si era messo in aspettativa prima della nomina: per cui non sussistevano profili di inconferibilità e incompatibilità della carica.

Per questo motivo la vicenda venne chiusa con una nota al responsabile prevenzione della corruzione del Comune, affinché monitorasse l’eventuale integrazione di fattispecie di incompatibilità. Nello stesso anno, alcuni mesi dopo, vi fu un’altra segnalazione dello stesso tipo e sullo stesso caso, che fu archiviata poiché non furono rinvenuti profili di inconferibilità e incompatibilità.

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I pm hanno chiesto, per lui, gli arresti domiciliari, ma la decisione verrà presa il 23 dal gip. Altri, dietro le quinte, spingono perché faccia un passo indietro prima. Da una parte, così potrebbe forse evitare i domiciliari, non essendo più assessore in carica. Dall’altra, lunedì 21 dovrebbe essere approvata in giunta la vendita di San Siro (e delle aree circostanti) a Milan e Inter. Un passaggio che, per alcuni, è inopportuno con Tancredi ancora titolare delle deleghe urbanistiche.

Intanto le difese degli indagati per cui sono state richieste le misure cautelari studiano le carte, costellate di norme e cavilli che si intrecciano nella linea sottile tra pubblico e privato. Tra le pieghe dell’ordinanza si fa strada – con tanto di intercettazioni e scambi di chat dei protagonisti – l’ipotesi di una rigenerazione urbana travolta, per gli inquirenti, da una corruzione diffusa.

Ed è tutta qui, nella dimostrazione che le scelte dei protagonisti fossero tutte improntate ad una linea politica e a scelte puramente amministrative, che si gioca la partita delle difese. I legali di Marinoni dovranno smontare la tesi dei pm, secondo i quali il presidente della Commissione Paesaggio lavorava a un piano ‘ombra’ e al quale il Comune patrocinava uno studio per interventi in nove aree della città.

Dagli atti e da alcune chat di 8 anni fa, si legge che Marinoni «almeno dal 2017 viaggiava all’estero», con un collega di uno studio di Lugano, «alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente, individuando luoghi e rintracciando soggetti interessati a concludere accordi e a cui vendere i masterplan» per «avviare massicce speculazioni edilizie». Per i pm «impressiona l’analogia con la vicenda milanese».

Stanno emergendo in queste ore anche le chat tra il sindaco di Milano Beppe Sala e l’architetto Stefano Boeri, acquisite dalla Guardia di Finanza. «Attenzione che si crea un grave precedente di sostituzione di interessi privati e decisioni private ai criteri di informazione e scelta – del Comune – basati su interessi collettivi. Beppe per me è il caso è chiuso, perdere concorsi è del tutto normale… Ma ti segnalo che qui la cosa è diversa», scriveva l’architetto in chat, nel settembre 2019, dopo che la sua proposta di rifacimento del Meazza con uno ‘Stadio-Bosco’ era stata bocciata da Milan e Inter.

«Da quando presentare un masterplan equivale a farlo approvare?», domandava Boeri al primo cittadino. «Noi abbiamo rispettato le loro richieste ma abbiamo modificato il masterplan per migliorare gli spazi per il quartiere. Adesso il nostro contributo diventa invisibile… davvero incredibile», diceva il presidente della Triennale a Sala. «Per lo stadio mi sembrano folli». E ancora una chat in cui Sala dice a Boeri: «Ho fatto tutta la campagna sul tema delle ‘rigenerazioni’ e non posso far spuntare torri dove oggi non c’è nulla. Vi ricevo volentieri ma ti premetto che il progetto che mi ha fatto vedere Giancarlo politicamente non mi sento di portarlo avanti», scriveva il sindaco il 22 ottobre 2022.

Tra le richieste d’arresto anche quella per il presidente di Coima Manfredi Catella. L’artefice del progetto Porta Nuova, ha trasformato interi quartieri nel centro di Milano. Con un’estensione di oltre 350.000 m² e investimenti superiori ai 2 miliardi, ha dato vita a simboli della città contemporanea: Torre UniCredit, Bosco Verticale, Biblioteca degli Alberi. «Abbiamo provveduto tempestivamente a fornire quanto ci è stato sinora chiesto e a svolgere le verifiche interne per confermare la regolarità in merito, che avremo modo di rappresentare con chiarezza nella sede giudiziaria», ha già chiarito Catella.

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