In Cassazione il ricorso contro sentenza di primo grado. Il vicepremier: «Qualcuno non si rassegnai». Piantedosi: «Anche io sono imputabile»
La Procura di Palermo ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha assolto il leader della Lega, Matteo Salvini, dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per la vicenda Open Arms. Si tratta di un “ricorso per saltum”, una procedura che consente di saltare il grado di appello e chiedere direttamente un pronunciamento alla Corte di Cassazione, giudice di legittimità.
«Ho partecipato a oltre trenta udienze. Il Tribunale mi ha assolto riconoscendo che difendere i confini non è reato. Evidentemente qualcuno non si rassegna. Andiamo avanti, non mi preoccupo», commenta Salvini.
Sulla vicenda interviene anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, all’epoca dei fatti capo di gabinetto di Salvini: «Mi ha colpito molto questa notizia, nel profondo rispetto per i passaggi giudiziari. Mi dispiace umanamente e professionalmente. Ho vissuto quella stagione in prima persona e rivendico le scelte fatte per contrastare l’immigrazione illegale, che non è molto diversa dalle mafie», dichiara. «Mi ritengo moralmente imputabile anch’io», conclude.
Il procedimento riguarda i fatti dell’agosto 2019, quando Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, avrebbe impedito lo sbarco a Lampedusa di un gruppo di migranti soccorsi dalla nave della ong spagnola Open Arms, trattenendoli a bordo per giorni. Il processo si è svolto presso il Tribunale di Palermo, che il 20 dicembre 2023 ha assolto Salvini «perché il fatto non sussiste». Le motivazioni della sentenza sono state depositate lo scorso giugno.
Secondo la Procura, la sentenza di assoluzione non contesta la ricostruzione dei fatti proposta dall’accusa, ma si basa su una errata interpretazione delle leggi e delle convenzioni internazionali, ritenendo che l’Italia non avesse l’obbligo giuridico di assegnare alla nave Open Arms un porto sicuro (POS). Per questo motivo, i magistrati ritengono inutile un nuovo giudizio di appello e puntano direttamente alla Cassazione.