Effetto domino nella maxi inchiesta milanese che coinvolge amministratori, architetti, imprenditori. Il sindaco: «Metodo inaccettabile»
Prima il terremoto giudiziario che ha scosso il Comune di Milano, con la richiesta di applicazione di 6 misure cautelari, tra arresti in carcere e domiciliari, perquisizioni e acquisizioni della Gdf. Ora lo tsunami che travolge a velocità devastante l’intero sistema amministrativo e politico, e che vede tra gli indagati – sarebbero 74 in tutto tra amministratori, architetti e imprenditori – anche il sindaco Giuseppe Sala, a sua insaputa come emerge dalla sua reazione furiosa. «Trovo allucinante – si sfoga – che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile».
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Per il sindaco – che lunedì sarà in Consiglio comunale per riferire all’aula – sono ore difficilissime. Come in un ‘effetto domino’, cadono una dopo l’altra le tessere di una sequenza accusatoria ricostruita per mesi dalla magistratura meneghina.
Chi sono gli indagati
Tra gli indagati emergono figure centrali nella gestione urbanistica milanese degli ultimi anni. Giancarlo Tancredi, oggi assessore alla Rigenerazione Urbana, era all’epoca dei fatti dirigente comunale con ampie deleghe sugli interventi edilizi. Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, indicato come snodo chiave tra amministrazione e mondo immobiliare. Stefano Boeri, noto architetto, avrebbe esercitato un’influenza determinante su progetti strategici. Manfredi Catella, imprenditore e Ceo di Coima, coinvolto per il ruolo della sua società nella trasformazione urbana. Completano il quadro altri professionisti come Alessandro Scandurra, progettista, Andrea Bezziccheri, immobiliarista, e Federico Pella, manager tecnico. Tutti sono accusati a vario titolo di aver favorito un sistema che, secondo la Procura, puntava a massimizzare i vantaggi per le imprese a scapito della trasparenza amministrativa.
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Indagato anche il sindaco Sala
E ora nel terremoto giudiziario che scuote la Milano dei grattacieli e dell’edilizia, viene travolto anche Sala, a cui vengono mosse due contestazioni. La prima riguarda presunte false dichiarazioni rilasciate da Sala in merito alla nomina di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio: il sindaco avrebbe attestato l’assenza di conflitti d’interesse, anche se in realtà ne sarebbe stato invece al corrente.
Il secondo capo d’accusa farebbe riferimento ad un’ipotetica induzione indebita, che avrebbe visto Sala coinvolto in pressioni per far ottenere un parere favorevole condizionato al progetto noto come ‘Pirellino’, in collaborazione con l’assessore Tancredi e l’architetto Stefano Boeri. Secondo la ricostruzione della Procura, Sala sarebbe stato in sintonia con i vertici dell’operazione, fornendo copertura istituzionale all’intervento. Ma le maglie della maxi inchiesta sono ampissime: in totale sono più di settanta gli indagati, da quanto si è saputo al momento sarebbero 74.
Quali sono le accuse
Le accuse vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all’induzione indebita. Una ricostruzione che ha già portato a sei richieste di arresto. La Procura ipotizza l’esistenza di un sistema parallelo per la gestione delle pratiche edilizie in città, con favori, pressioni istituzionali e pareri favorevoli ottenuti con modalità definite dai pm ‘distorte’.
Marcello Viola, Procuratore di Milano, in una nota relativa all’ultimo filone della maxi inchiesta sull’urbanistica – che si allarga di ora in ora a macchia d’olio – ha fatto notare come indagini abbiano mostrato «profili di incontrollata espansione edilizia che ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo», così come scrive nella nota in cui comunica le richieste dei pm dell’applicazione di 6 misure cautelari.
I sequestri e le misure cautelari
Indagini che hanno già portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri, come il Giardino Segreto di via Lepontina, le Residenze Lac di via Cancano, lo Scalo House di via Valtellina-Lepontina e all’adozione di misure cautelari personali fra cui gli arresti domiciliari dell’ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune di Milano, Giovanni Oggioni. Ora le ipotesi di reato sono due: false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone, in relazione alla nomina dell’ex presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni. E concorso in induzione indebita a dare o a promettere utilità relativamente al progetto del ‘Pirellino’ dell’architetto Stefano Boeri e dell’imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima.
Il progetto del ‘Pirellino’
Il progetto del ‘Pirellino’ – l’ex sede dei Servizi Tecnici Comunali in via Melchiorre Gioia – è diventato simbolo delle presunte distorsioni del sistema. La nuova Torre Botanica, progettata da Stefano Boeri e destinata a diventare un landmark architettonico, inizialmente aveva ricevuto un parere negativo dalla Commissione Paesaggio. Tuttavia, secondo gli inquirenti, Boeri inviò un messaggio diretto a Sala: «Bisogna che Beppe convochi Marinoni… io ho sentito anche Beppe».
Il giorno seguente, la Commissione emise un parere favorevole condizionato, che di fatto sbloccava l’iter del progetto. La Procura ritiene che questa sequenza dimostri una pressione politica sistemica e coordinata per ottenere l’approvazione di interventi urbanistici rilevanti, con l’appoggio di figure istituzionali. «Il Pirellino? L’abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti – replica Sala -. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare».
La seconda fattispecie riguarda la nomina di Marinoni. La composizione della Commissione Paesaggio «viene gestita da un’apposita struttura del Comune che seleziona i profili e decide i componenti – replica il primo cittadino -. Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo. Aggiungo che non ho mai avuto il numero di Marinoni».
Sala respinge in toto l’ipotesi accusatoria secondo cui ‘un piano ombra’ di governo del territorio (Pgt) sarebbe stato l’obiettivo del presidente della Commissione Paesaggio. Secondo i pm milanesi, Marinoni agiva con la copertura e la consapevolezza di Tancredi, «perseguendo l’obiettivo di attuare un Piano di governo del territorio (Pgt) ombra». E, «con alte parcelle» riceveva «incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree, coinvolti nei maggiori interventi urbanistico-edilizi di Milano». Tra le società, c’è la S+J con l’architetto Federico Pella, per il quale è stata richiesta la custodia in carcere, con il quale «stringeva un patto di corruzione». Nel decreto di perquisizione personale e contestuale sequestro dei pm milanesi, vengono citati anche Unipol, Redo Sgr, Lendlease, EuroMilano, Hines e Coima.
Il dibattito politico
La notizia dell’indagine ha ovviamente scatenato il dibattito politico: il centrodestra ha chiesto le dimissioni immediate del sindaco, definendo lo scenario inaccettabile e sostenendo che la giunta abbia perso credibilità. Il Pd difende l’operato di Sala, chiedendo che si attendano gli sviluppi giudiziari prima di trarre conclusioni politiche. Gli interrogatori degli indagati sono previsti per il 23 luglio, giorno cruciale in cui si decide il futuro dell’amministrazione comunale. Sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere sulla concessione delle misure cautelari richieste, una decisione che potrebbe avere un impatto politico dirompente.