Da giovedì anche lei irreperibile. Il 26enne della banda dello spray, aveva lasciato i familiari dopo il pranzo per la sua laurea
La fuga di Andrea Cavallari, il 26enne della “banda dello spray” irreperibile da giovedì scorso quando, dopo la laurea, non ha fatto rientro nel carcere bolognese della Dozza, ha sollevato un polverone. Anche la fidanzata del 26enne risulta irreperibile dallo stesso giorno. Dopo la cerimonia la coppia era rimasta sola e, da allora, se ne sarebbero perse le tracce.
A scatenare le proteste è soprattutto la mancanza della scorta della polizia penitenziaria. Due interrogazioni parlamentari al Guardasigilli Carlo Nordio – una di Iv e l’altra del M5S – e una condanna delle forze politiche trasversale, oltre a uno spiegamento di uomini e mezzi per cercarlo e all’appello del Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, a consegnarsi. «Dimostri – aggiunge Irma Conti, componente del collegio del Garante nazionale – che il suo è stato un atto di debolezza e non il fallimento del suo percorso di riabilitazione».
Era l’8 dicembre 2018: quella notte, l’evaso e altri sei giovani usarono spray al peperoncino per rapinare il pubblico di un concerto, causando panico, una fuga di massa, sei morti (cinque minorenni e una madre di 39 anni) e 59 feriti. Il 3 luglio 2025, Cavallari ha usufruito di un permesso del Tribunale di Sorveglianza per discutere la tesi di laurea in Scienze Giuridiche all’Università di Bologna, accompagnato dai soli familiari.
Sull’episodio la Procura di Bologna, in coordinamento con quella di Ancona (ufficio competente per l’esecuzione della pena), procede per il reato di evasione.
Le polemiche delle famiglie delle vittime non si sono fatte attendere, e neppure quella del patrigno di Andrea: «Mi sembrava giusto essere affiancati da un poliziotto, qualcuno, almeno in borghese, che ci seguisse – afferma – perché pensare di mandare un soggetto di quel tipo da solo, con noi che non riusciamo a gestirlo… dopo quello che ha fatto, non ci si può fidare». L’uomo ricostruisce gli attimi prima della fuga: con i familiari è andato a pranzo «ma poi si è allontanato, dicendo che doveva andare dalla fidanzata. Dico ad Andrea – conclude – che se vuol tornare, noi lo accoglieremo come prima. Meglio che torni».
Il papà di Mattia Orlandi, una delle sei vittime della strage, assicura di avere fiducia nelle forze dell’ordine: «Sono sicuro che nel giro di poco tempo verrà riconsegnato alla giustizia e sconterà la giusta pena che era stata decisa dalla Cassazione; ora con l’aggravante di un altro capo di imputazione». Il pensiero di Giuseppe Orlandi è però soprattutto rivolto al processo di appello per il filone relativo alle presunte carenze nella sicurezza del locale: «È vergognoso ciò che è uscito dalla prima sentenza. Ora mi auguro vengano fuori le incongruenze», dice riferendosi al fatto che gli imputati furono assolti dai capi di accusa più gravi perché non fu rilevato un nesso di casualità con la tragedia: «È evidente che se non avessero fatto riaprire quel locale, nel 2018 non ci avrebbe messo piede nessuno».
Sulla fuga l’amministrazione penitenziaria chiederà una relazione alla Dozza. Nel frattempo si agita la politica. Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva, ha presentato una interrogazione parlamentare a Nordio: «Vogliamo sapere le motivazioni per le quali il magistrato di sorveglianza non ha ordinato la scorta della polizia penitenziaria».
Per il M5S – è scritto in un’interrogazione a prima firma di Stefania Ascari – questo episodio è «solo una delle evidenze sul sistema doppiamente assurdo che si sta consolidando in Italia, che unisce una spietata crudeltà riservata a chi sta in carcere e vive in condizioni più che disumane, a un tendenziale lassismo con cui vengono gestiti i benefici penitenziari fuori dalle carceri». Una condanna trasversale. Il deputato di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli dice che «occorre garantire pene certe e controlli rigorosi sui permessi, per rispetto delle vittime e delle loro famiglie, ma anche per tutelare la sicurezza di tutti i cittadini».