Oggi il voto di fiducia sul maxiemendamento. La commissione Bilancio stralcia cinque norme, anche sul lavoro sottopagato
Il Senato ha approvato la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento alla manovra. I voti favorevoli sono stati 113, quelli contrari 70, mentre due senatori si sono astenuti. Con il via libera dell’Aula di Palazzo Madama, il testo compie un passaggio decisivo nel percorso della legge di Bilancio.
Prossimi passaggi: Cdm e ritorno alla Camera
Dopo il voto di fiducia, è previsto il Consiglio dei ministri per l’approvazione della Nota di variazione. Successivamente il Senato tornerà a riunirsi per due votazioni elettroniche: la prima sulla Nota di variazione, la seconda – di fatto definitiva – sulla legge di Bilancio. Il provvedimento passerà poi all’esame della Camera.
PER APPROFONDIRE:
Stralciate cinque norme dal maxiemendamento
Durante l’esame in commissione Bilancio sono state stralciate cinque misure contenute nel maxiemendamento. Tra queste, la norma che avrebbe consentito agli imprenditori condannati per aver sottopagato i dipendenti di non versare gli arretrati, qualora avessero rispettato alcuni contratti collettivi. Eliminati anche due interventi sulle cosiddette porte girevoli nella pubblica amministrazione, una norma sul collocamento fuori ruolo dei magistrati e una sulla revisione della disciplina del personale della Covip.
Fondo contro antisemitismo e odio
La commissione ha inoltre deciso di riformulare e riportare alla versione originaria un comma che recepiva un emendamento del Partito Democratico, relativo a un fondo destinato alla promozione di attività formative per rafforzare il dialogo interculturale e contrastare l’antisemitismo.
Proteste in Aula delle opposizioni
Poco prima del voto sulla fiducia, le opposizioni hanno inscenato una protesta in Aula. I senatori di Pd, Movimento 5 Stelle e Avs hanno esposto cartelli rossi con la scritta “Voltafaccia Meloni”.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha invitato a rimuoverli, commentando: “Quando ero all’opposizione preparavo anch’io i contro-cartelli”.
Salvini: nessun gelo con Giorgetti
Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha smentito tensioni con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Non c’è stato nessun gelo – ha detto – l’obiettivo era non penalizzare i lavoratori con l’allungamento dell’età pensionabile”. Secondo Salvini, l’intervento della Lega ha evitato misure che avrebbero inciso su lavoratori e pensionati.
Renzi: manovra senza visione
Durissimo il giudizio del leader di Italia Viva Matteo Renzi, che ha definito la legge di Bilancio “brutta senz’anima” e “mediocre come Giorgetti”. Renzi ha criticato l’assenza di una visione complessiva e ha accusato il governo di aver aumentato le tasse senza rafforzare sicurezza e welfare.
Calenda: manca una strategia
Più articolata la posizione di Carlo Calenda. Il leader di Azione ha riconosciuto la prudenza sui conti pubblici e alcuni interventi positivi, come Industria 4.0 e il finanziamento della sanità, ma ha denunciato l’assenza di una strategia su salari, giovani, donne e industria.
Avs e M5S: bene stop norma sui lavoratori poveri
Avs e Movimento 5 Stelle hanno rivendicato lo stralcio della norma sul lavoro sottopagato. Per Peppe De Cristofaro e Alessandra Maiorino si trattava di una misura “ignobile”, che avrebbe colpito i lavoratori più deboli. Secondo le opposizioni, il ritiro della norma è avvenuto grazie alla pressione parlamentare.



















