Arriva la riforma del codice dell’Edilizia e delle costruzioni, con un disegno di legge delega, che secondo la bozza in circolazione si compone di 5 articoli. Si mira inoltre a “favorire la regolarizzazione degli abusi storici”
La riforma dell’edilizia, annunciata dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, approderà domani in Consiglio dei ministri con il disegno di legge delega per la revisione del Testo unico dell’edilizia (TUE). L’obiettivo dichiarato è costruire un quadro normativo “certo, semplice e moderno”, capace di superare anni di frammentazione regionale e disomogeneità interpretative.
Il principio guida della delega è la tutela dell’affidamento del legittimo proprietario, da garantire riconoscendo piena validità al titolo abilitativo più recente, anche se formato tramite silenzio-assenso. Il Mit avrà 12 mesi dall’approvazione della delega per varare i decreti legislativi.
Omogeneità, semplificazione, tempi certi
- Costruire un testo omogeneo e coordinato, eliminando sovrapposizioni tra norme statali e regionali;
- Semplificare la pianificazione attuativa e armonizzare istituti come destinazioni d’uso e standard urbanistici;
- Introdurre un forte impulso alla standardizzazione delle procedure, promuovendo modelli uniformi;
- Garantire tempi certi per ogni procedimento edilizio, prevedendo termini perentori, poteri sostitutivi e strumenti per superare ritardi o disaccordi tra amministrazioni.
Silenzio-assenso rafforzato
Tra le direttrici principali c’è il rafforzamento del silenzio-assenso e del silenzio devolutivo nei casi di inerzia amministrativa, per combattere il cosiddetto “immobilismo burocratico” e accelerare il rilascio o la formazione dei titoli edilizi.
Sanatoria rapida per gli abusi storici (ante 1967)
La delega conferma l’intenzione di agevolare la regolarizzazione degli abusi edilizi storici, quelli realizzati prima dell’entrata in vigore della legge Ponte del 1967. Non cambiano i requisiti di sostanza per ottenere la sanatoria, ma vengono semplificati e razionalizzati i procedimenti.
Secondo la bozza, sarà possibile subordinare il rilascio del titolo in sanatoria a: interventi minimi di messa in sicurezza, adeguamenti alle norme tecniche di costruzione, verifiche di compatibilità con vincoli paesaggistici e culturali.
Sanzioni proporzionate
La riforma interverrà anche sul sistema sanzionatorio, che sarà modulato in base a: gravità della difformità, valore delle opere realizzate, impatto sull’assetto urbanistico.
L’obiettivo è chiudere il contenzioso, prevenire nuovi ricorsi e dare maggiore certezza giuridica a tecnici, imprese e cittadini.










