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Manovra, Durigon: «Gli affitti brevi dei privati non saranno toccati»

Il sottosegretario al Lavoro parla della manovra: «Quota 103 e Opzione donna hanno avuto un tiraggio basso. Puntiamo a rendere più flessibile l’uscita dal lavoro»

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Sottosegretario Durigon, la manovra è ancora in fieri. Intanto, cosa c’è e soprattutto cosa manca.

«Non è una manovra con un grande impegno economico, vale 18 miliardi, ma dà molte risposte: sostiene le persone in difficoltà e, con il taglio dell’Irpef, i ceti medi che sono in sofferenza. Mettiamo in campo la rottamazione, una battaglia della Lega, che aiuta non gli evasori, ma pensionati, lavoratori, artigiani che non riescono a pagare le cartelle. Ci sono tanti elementi positivi, poi qualcosa purtroppo manca, come la riforma pensionistica che credo che sia necessaria in Italia, cercheremo di aumentare la flessibilità in uscita nell’ultimo anno prima di andare al voto».

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Ci sono questioni ancora aperte e fonte di tensioni nella maggioranza e di mugugni tra i destinatari di alcuni interventi, dalle tasse sulle banche all’aumento della tassazione dal 21 al 26% sugli affitti brevi a partire dalla prima abitazione. Lega e Forza Italia sono su fronti avversi nel primo caso, uniti nel secondo.

«L’aumento della cedolare secca ce lo siamo ritrovati nella bozza… Lavoreremo per eliminare questa misura, per far sì che gli affitti brevi dei privati non vengono toccati».

Ieri il consiglio federale della Lega ha dato mandato al segretario Salvini e ai capigruppo di Camera e Senato per valutare l’aumento di un miliardo del contributo delle banche in sede di conversione della legge di bilancio.

«Le banche hanno avuto dei grandi profitti negli ultimi anni, 45 miliardi l’anno scorso, 130 negli ultimi tre anni. E hanno beneficiato anche dell’affidabilità dei conti pubblici del Paese, riconosciuta anche dalle agenzie di rating. Crediamo, quindi, che siano nelle condizioni di poter dare un contributo per sostenere misure per la sanità, le famiglie e l’occupazione».

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Forza Italia ha digerito a fatica un intervento incisivo su questo settore. Sicuramente farà le barricate su un ulteriore prelievo.

«Forza Italia dirà la sua in Parlamento, noi diremo la nostra. Credo che Forza Italia comprenda che difendere le grandi banche che hanno tratto vantaggio dall’aumento dei tassi d’interesse non giova di certo al cittadino».

Molti osservatori hanno criticato la manovra sostenendo che non dà impulso alla crescita, Confindustria in prima linea. S’è rotto qualcosa nel rapporto tra governo e industriali?

«Penso che ognuno debba svolgere il suo ruolo: il governo riceve la fiducia del Parlamento e deve rispondere alle istan-ze di tutti i cittadini. Confindustria risponde ai suoi associati e porta gli interessi delle imprese, a cui comunque con la manovra abbiamo garantito 4 miliardi per gli investimenti. Il confronto con gli organismi intermedi è importantissimo, ma poi ci deve essere un governo che decide».

Il potere d’acquisto è in recupero ma, ricorda l’Ocse, all’inizio del 2025 era ancora inferiore del 7,5% rispetto al 2021. La pressione fiscale nel 2025 ha toccato quota 42,5% dal 41,2 del 2023. Quali sono gli effetti attesi dagli interventi in manovra su questi due fronti?

«Questo governo ha messo 10 miliardi sul taglio del cuneo ai soggetti più disagiati del mercato del lavoro, con questa manovra ha previsto lo stanziamento di 2 miliardi per i rinnovi contrattuali ed è importante che anche le imprese facciano la loro parte per aumentare i salari bassi. Abbiamo, poi, tagliato di due punti l’aliquota Irpef sui redditi del ceto medio. Abbiamo fatto interventi importanti».

Tra le critiche non manca quella di avere trovato posto alle bandiere di partito, quelle che vengono definite “mancette”, nonostante la coperta corta. Parliamo della rottamazione ovviamente e della sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile, che per quanto parziale, c’è.

«Chiamano mancetta la rottamazione che interessa cittadini, pensionati, lavoratori che non sono riusciti ad onorare gli impegni con il fisco, e in questo modo possono farlo in maniera diluita, in nove anni. Per me significa dare a 15 milioni di italiani la possibilità di superare una situazione di difficoltà e poter guardare al futuro. Chiamano mancetta un’aspettativa di vita che aumentasolo di un mese invece che tre… beh, credo che non sia bello vedere un uomo di 67 anni su un’impalcatura… senza contare il numero degli incidenti mortali di cui sono spesso vittime. Se queste sono mancette, sono contento di averle messe, anzi ce ne sono troppo poche».

La riforma Fornero resta intonsa. Negli scorsi giorni la richiesta di avviare una controriforma è arrivata anche dalla Uil di Pierpaolo Bombardieri.

«È un sindacato che giustamente pensa agli interessi dei lavoratori mentre altri pensano alla rivolta sociale. Detto questo, nel nostro mercato del lavoro ci sono troppi over 60 quando dobbiamo affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale e rinverdire il mercato del lavoro. Riformare la legge Fornero, una legge gravemente iniqua, ha un costo enorme ma la flessibilità in uscita deve essere l’obiettivo della prossima finanziaria e cercheremo di convincere i nostri alleati a combattere con noi questa battaglia».

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Nella bozza della legge di bilancio c’è la proroga dell’Ape sociale, ma non di quota 103 e opzione donna.

«Queste due misure non hanno avuto un grande tiraggio, anzi è stato bassissimo. Credo quindi che dobbiamo puntare a rendere più flessibile l’uscita. Vedremo se potremo fare già qualcosa in questa finanziaria».

Nella legge di bilancio ci sono i Lep, i Livelli essenziali delle prestazione: si accelera sull’autonomia differenziata?

«L’autonomia è un tema molto importante, significa dare potere a chi amministra, a chi conosce le difficoltà del territorio e deve avere le risorse per dare risposte. I Lep quindi sono fondamentali. Dopo di che il cittadino può giudicare l’amministratore, e se spende male mandarlo a casa. Siamo una democrazia, guai a togliere il potere a un sindaco, a un presidente di Regione checonosce meglio dello Stato le problema-tiche che ci sono nei vari territori».

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