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Dazi Usa: è giallo sulle lettere di Trump all’Unione Europea

Donald Trump e le lettere con i dazi
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Secondo il portavoce della Commissione europea a Bruxelles non arriveranno missive come successo a Tokyo e Seoul, la situazione resta tesa


ll giallo della lettera. Dopo due giorni di attesa sembra che all’Unione europea non arriverà alcuna missiva. E questa potrebbe essere una buona notizia perché confermerebbe che la trattativa prosegue positivamente. Secondo il portavoce della Commissione europea, Olof Gill, Bruxelles non si aspetta di ricevere una lettera come quelle trasmesse a Giappone e Corea del Sud. D’altra parte lo stesso presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva detto che la Ue si sta comportando bene. Anche se poi dopo questa dichiarazione che poteva essere interpretata come una deposizione delle armi, era arrivato l’annuncio dell’ennesima stangata: dazi al 50% per il rame e del 200% per la farmaceutica.

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Ma su quest’ultimo settore ieri è stato prontamente aggiustato il tiro: sì, ma tra un anno e mezzo. Mentre un’indiscrezione riportata dal Financial Times rivela che le tariffe per la Ue sarebbero superiori a quelle accordate alla Gran Bretagna. Ma sempre ieri, secondo altre fonti, l’ipotesi degli Usa sarebbe di adottare dazi al 10%, salvando però automobili e alcolici. L’unico dato certo è che si brancola ancora nel buio. Ieri infatti c’è stata una nuova pioggia di lettere, sempre su Truth Social, per annunciare dazi al 20% per le Filippine, al 30% per l’Algeria, al 25% per il Brunei, al 30% per Iraq e Libia e al 25% per la Moldavia. Per ora trattamento “privilegiato” solo per i “27”.

Bce: «Economia europea crescerà anche con i dazi»

E un risultato positivo dell’allungamento delle trattative tra Usa e Ue c’è stato con il rialzo delle Borse europee e di Milano in particolare. La Bce ha poi rilevato che se i valori dei dazi saranno al 10% «l’economia europea continuerà a crescere, più lentamente rispetto a quanto faceva prima con il libero, ma rispetto a uno scenario di base più severo, – ha dichiarato Philip Lane, membro del board e capo economista Bce – quello che abbiamo è che l’economia ha continuato a crescere. Quindi c’è molto slancio nell’economia europea». La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha confermato che la Ue sta «lavorando a stretto contatto con l’amministrazione statunitense per raggiungere un accordo».

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Anche se ha poi precisato che si terrà «una linea ferma». Von der Leyen ha ricordato di aver avuto «un proficuo scambio di idee con il presidente Usa, Donald Trump, all’inizio di questa settimana per contribuire a far progredire le cose. Stiamo cercando un quadro chiaro, da cui continuare a costruire. Quindi il messaggio è – ha concluso – restiamo fedeli ai nostri due principi. Difendiamo i nostri interessi. Continuiamo il lavoro in buona fede. E ci prepariamo a tutti gli scenari». Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha proseguito anche ieri i colloqui con i negoziatori statunitensi, il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick, e il rappresentante per il Commercio Usa, Jamieson Greer.

«Abbiamo tracciato con fermezza le nostre linee rosse – ha spiegato Sefcovic – la nostra legislazione e il nostro quadro normativo rimangono non negoziabili e la Commissione continuerà a tutelare l’autonomia normativa dell’Ue». E poi l’avvertimento: «continuiamo a prepararci a qualsiasi eventualità, ma il nostro obiettivo e la nostra priorità rimangono garantire una soluzione negoziata». Nel corso dell’intenso confronto con Washington sono state affrontate le questioni relative alle tariffe, alle barriere non tariffarie, alla sicurezza economica, agli acquisti strategici e agli investimenti reciproci. E il negoziatore della Ue ha assicurato che sono stati compiuti «progressi significativi sul testo della dichiarazione congiunta, o accordo di principio, e spero che potremo presto finalizzare il nostro lavoro».

Costa: «Con Mercosur l’Europa costruisce ponti»

La Ue intanto intensifica l’impegno versi altri mercati, a partire dall’area Mercosur su cui da più fronti arrivano le pressioni per chiudere l’intesa. Ma in vista ci sono anche accordi con Messico e India. L’obiettivo è definire il negoziato con l’India entro la fine dell’anno, e contemporaneamente si gioca su altri tavoli perché «il mondo è alla ricerca di partner su cui poter contare». Sul Mercosur, in particolare, è intervenuto il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa: «Dobbiamo firmare l’accordo Mercosur entro la fine dell’anno: se vogliamo esportare i nostri standard sociali e ambientali, il modo per farlo è attraverso accordi commerciali, perché le tariffe non diffondono gli standard e gli accordi commerciali sì. Questo – secondo Costa – è il messaggio che l’Europa dovrebbe inviare al mondo: mentre gli altri alzano barriere, noi costruiamo ponti».

E anche l’opposizione italiana, a causa delle proteste del mondo agricolo, in particolare della Coldiretti che ha da sempre fatto presente i rischi per l’agroalimentare da un’intesa con il Mercosur, senza il principio di reciprocità, si sta ammorbidendo. Ieri nel question time alla Camera il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha affermato che sono stati introdotti correttivi importanti all’intesa come la protezione per un numero considerevole di indicazioni geografiche. Meno convinto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida che comunque ha riconosciuto che anche per alcuni settori dell’agroalimentare, in particolare vino e formaggi, i vantaggi ci sarebbero.

Si accende il fronte con Pechino

Si surriscalda invece il fronte cinese alla vigilia del prossimo vertice il 24 e 25 luglio tra la Cina e l’Unione europea. Pechino ha risposto polemicamente alla richiesta della von der Leyen di riequilibrare gli scambi tra le due aree. Una polemica acuita dall’incidente con la Germania (un aereo tedesco colpito nel Mar Rosso da una nave cinese) definita da Pechino «illazioni completamente incompatibili con i fatti». Nel mirino ieri è finita la presidente della Commissione europea: «L’Unione europea deve cambiare la sua mentalità»: questa la replica piccata del portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning con l’invito a rafforzare la cooperazione vantaggiosa per entrambi risolvendo in modo adeguato le tensioni.

La von der Leyen aveva denunciato lo squilibrio della bilancia commerciale (il deficit tra Cina e Ue ha raggiunto 357 miliardi di dollari nel 2024) dovuto soprattutto alle barriere commerciali poste dalla Cina, alle limitazioni all’export di minerali rari e magneti e al sostegno della Cina alla Russia. E su quest’ultimo punto la replica di Mao Ning è stata perentoria: «La normale cooperazione tra Cina e Russia non è rivolta contro alcuna terza parte e non dovrebbe essere ostacolata da nessuno». Così come è stata rispedita al mittente l’accusa di ostacolare le relazioni commerciali. Pechino, infatti, ha fatto notare che «il mercato degli appalti pubblici europeo è lontano dall’essere equo e aperto come sostiene Bruxelles». Uno scontro che potrebbe avere un impatto negativo sul prossimo vertice che, secondo fonti diplomatiche, potrebbe essere ridotto a una sola giornata.

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