Il fenomeno dei cammini in Italia sta vivendo una fase di crescita molto significativa, sia in termini di partecipazione che di impatto sociale ed economico. Secondo l’ottava edizione del dossier “Italia, Paese di Cammini”, presentato da Terre di Mezzo Editore su numeri riferiti al 2024, il numero totale dei camminatori è aumentato del 29% rispetto all’anno precedente, raggiungendo almeno 191.465 persone. Questo dato considera anche i camminatori che non ritirano la Credenziale, lo strumento ufficiale che certifica il percorso, e tiene conto dei cammini che non rilasciano la credenziale stessa. I pernottamenti lungo i cammini italiani sono stati circa 1.435.000, segnando un incremento del 6% rispetto al 2023.
Tra i cammini più frequentati in Italia nel 2024 spiccano la Via Francigena, il Cammino di San Francesco e il Cammino di San Benedetto, itinerari non solo offrono splendidi paesaggi e un ricco patrimonio storico e culturale, ma rappresentano soprattutto un’esperienza profonda di spiritualità e di scoperta personale.
La durata media dei cammini si attesta intorno ai 7,5 giorni, una leggera diminuzione rispetto agli 8 giorni del 2023, mentre la spesa giornaliera media si mantiene su circa 43 euro, contribuendo in modo rilevante alle economie locali. Il dossier stima un indotto economico di circa 62 milioni di euro, che si riversa principalmente in territori rurali e interni, spesso soggetti a spopolamento o scarsamente conosciuti dal turismo tradizionale.
La maggior parte dei camminatori è di nazionalità italiana, pari al 94%, mentre la componente straniera rappresenta il 6%, in prevalenza proveniente da Germania, Francia e Stati Uniti. Le fasce d’età più rappresentate sono tra i 56 e i 70 anni (35%), seguite da quelle dai 41 ai 55 anni (33%) e dai 26 ai 40 anni (22%).
Le motivazioni che spingono a mettersi in cammino sono dunque variegate: il 28% dei camminatori lo fa alla ricerca di una dimensione spirituale, il 25% per ricollegarsi con la natura e il 20% per vivere un’esperienza personale intensa e trasformativa. La modalità di cammino vede il 26% dei viaggiatori camminare da soli, il 39% in coppia, mentre il restante in gruppi più numerosi, a testimonianza di come il cammino possa essere vissuto anche come momento di socializzazione e condivisione.
Proprio nel Centro Italia, i percorsi più significativi rispecchiano questa varietà di motivazioni e modalità di cammino. La Via Francigena è una delle vie di pellegrinaggio più importanti e storiche d’Europa, che dall’Europa del Nord attraversa il Nord e il Centro Italia fino a Roma. Nella sua parte centrale italiana attraversa regioni come la Toscana, l’Umbria e il Lazio, offrendo un percorso ricco di paesaggi suggestivi, città d’arte e siti di interesse storico, culturale e religioso. La Via è particolarmente apprezzata per la sua combinazione di natura, storia e spiritualità, che rispecchia, in ogni tappa, il profondo legame tra l’uomo e il territorio.
Il Cammino di San Francesco segue invece i passi del santo patrono d’Italia, concentrandosi soprattutto sull’Umbria e le Marche. Conosciuto anche come Via di Francesco, questo itinerario collega i luoghi più significativi della vita di San Francesco d’Assisi, spaziando tra borghi medievali, ambienti naturali incontaminati e santuari ricchi di spiritualità. Il cammino non è solo un percorso fisico, ma anche un invito a riflettere sulla semplicità, la natura e la relazione con il mondo che il santo ha incarnato nella sua vita.
Il Cammino di San Benedetto, infine, si sviluppa lungo il percorso che va da Norcia, paese natale del santo, fino a Montecassino, attraversando le regioni Umbria, Lazio e Marche. Questo cammino percorre valli e montagne, abbazie e monasteri, offrendo al viandante un’esperienza a stretto contatto con la natura e l’eredità culturale legata a San Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale. È un cammino più silenzioso e meno frequentato che si presta a momenti di meditazione profonda.
Merita una menzione speciale un itinerario che sta acquisendo sempre più visibilità. Si tratta del Cammino nelle Terre Mutate, percorso solidale e di conoscenza si snoda per oltre 250 km attraversando quattro regioni del Centro Italia: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Da Fabriano a L’Aquila, i camminatori attraversano le aree colpite dal sisma, oggi in fase di ricostruzione, e parchi nazionali come quelli dei Monti Sibillini, del Gran Sasso e Monti della Laga. Sebbene il percorso sia ancora in fase di consolidamento e richieda attenzione per la segnaletica e i permessi in alcuni tratti, rappresenta una delle esperienze più autentiche e toccanti per chi desidera unire il piacere del cammino alla consapevolezza civile.
«Camminare nelle Terre Mutate è stato un viaggio emozionante e profondo» racconta Laura, 28 anni, che aggiunge «ho incontrato persone coraggiose che ogni giorno lavorano per ricostruire la loro vita e il paesaggio. Ogni passo ha acceso in me una nuova speranza e la consapevolezza della straordinaria forza dell’umanità che non si arrende alle avversità». Marco, un escursionista trentenne appassionato, racconta invece: «Il Cammino dei Forti mi ha offerto molto più di una semplice camminata: è stato un percorso di pace interiore e scoperta. Camminare tra quelle montagne, respirare l’aria pura, sentire il silenzio rotto solo dal mio passo, mi ha fatto ritrovare un equilibrio che raramente si trova nella vita di tutti i giorni. Consiglio questo cammino a chiunque voglia rallentare, ascoltarsi e riconnettersi con se stesso e la natura in modo autentico».
I cammini del Centro Italia sono dunque molto più che semplici itinerari escursionistici: sono veri e propri percorsi di vita, che uniscono dimensioni di natura, cultura, spiritualità e comunità. Offrono ai viaggiatori la possibilità di rallentare, di ascoltare sé stessi e il paesaggio, e di contribuire con il proprio passaggio a una rinascita sostenibile di territori ricchi di storia e bellezza. Di questo, l’Italia può andare orgogliosa, confermandosi come patria di uno dei fenomeni turistici più autentici e in crescita.
