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Pupo: «Amo Mosca e le sue canzoni. Pronto a chiedere la cittadinanza russa»

enzo ghinazzi

In un’intervista a Zvestija Enzo Ghinazzi si racconta alla vigilia del live all’Arena dove canta anche Kalinka e Bella Ciao. Le canzoni di guerra russe? «Ideali forti». E su Gergiev: «Una vergogna»


Pupo potrebbe chiedere la cittadinanza russa. Questo se gli venisse impedito di andarci s’intende. A raccontarlo è l’autore di Gelato al cioccolato in una lunga intervista a Zvestija, giornale vicino al Cremlino tra i più noti e longevi della Russia. Enzo Ghinazzi, 70 anni compiuti l’11 settembre con una grande festa, torna a Mosca per esibirsi all’Intervision e alla Live Arena, il 4 ottobre, concerto solista. Pupo in Russia è leggenda.

Sul palco canta anche Kalinka e Bella Ciao. Gli piacciono tanto le canzoni di guerra russe, perché, dice, raccontano «ideali forti, di pace e libertà, contro ogni sopruso. Sono valori che sento ancora oggi nel popolo russo». E quello di inizio ottobre, «è un concerto dedicato all’amore tra Russia e Italia: voglio ripetere più volte che noi italiani amiamo i russi».

Cinquant’anni di carriera, Ghinazzi, e il giornale la ripercorre, fa domande, incalza, chiede di Toto Cutugno, delle canzoni anni Ottanta, di Celentano. Tornerà mai quella stagione di melodie? «No, le melodie del passato non torneranno”, risponde Pupo e racconta di avere il sogno di andare all’Eurovision oltre al non aver alcun problema a partecipare all’Intervision russo. «Sono un uomo libero e un artista libero». che quando il mondo si è schierato contro la Russia, ha cantato in russo C’è solo un attimo di Zatsepin. Il giornalista chiede, è stato criticato in Italia?

«Certo, il governo non è d’accordo ma milioni di italiani la pensano come me. Credono che arte, cultura e sport non debbano mai essere censurati. E se ci sarà una legge che vieti ai cittadini italiani di viaggiare in Russia deciderò il da farsi. Al limite chiederò la cittadinanza russa».

Qualche parola anche sulla vicenda di Valery Gergiev. «È stata un’ingiustizia, una vergogna» che non gli si sia stato permesso di dirigere l’orchestra a Caserta, dice Ghinazzi.

Bene, perché, ricorda il giornalista, durante la pandemia i medici russi hanno salvato intere città italiane, è stato dimenticato? «È vero, gli italiani dovrebbero essere grati ai russi. Ma il problema non sono i popoli. Il problema è il governo».

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