Home / Commenti / La megalomania di Trump malcela il fallimento

La megalomania di Trump malcela il fallimento

di

L’intervento di Donald Trump all’assemblea generale delle Nazioni Unite ha certificato la fine di quell’ordine globale che aveva al vertice gli Stati Uniti. Infarcito di invettive (contro l’Onu), vanterie (la risoluzione di sette guerre), ricette fasulle per la pace (come quella per la Striscia di Gaza) e di sproloqui da bottegaio (come quello sui dazi che dovrebbero fermare lo spargimento di sangue), il discorso del presidente americano ha reso evidente il fallimento della sua leadership internazionale ora che è fondata su sovranismo, protezionismo e unilateralismo.
Nel Palazzo di vetro gli europei hanno potuto ancora una volta constatare la fine della partnership occidentale nata dalla comune visione democratica prima ancora che sull’alleanza militare del Patto Atlantico.

Gli alleati filo-americani degli altri continenti hanno toccato con mano l’inaffidabilità di Trump malgrado la permanenza delle basi militari stelle e strisce che si estendono dal Qatar al Pacifico. I cinesi, da membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu, osservano come si estende la “Via della seta” formando una ragnatela che ormai avvolge il mondo intero, e la Russia di Vladimir Putin si compiace di avere messo nel sacco un personaggio come Trump. Quasi tutti capiscono che ci si può mettere d’accordo con l’ex leader del mondo tramite gli affari.

È dunque finita la supremazia americana che persisteva dal secondo dopoguerra? In politica interna sembra che il caos trumpiano voglia limitare l’intero spettro politico statunitense ai fedeli Maga e agli evangelici integralisti, mentre tenta di ridurre gli avversari politici a membri del «partito degli assassini» come Elon Musk ha definito i democratici, in maniera tale da avere assicurata una lunga permanenza al potere.

LEGGI: Elon Musk contro l’Ue: “Distrugge la democrazia”

L’America, tuttavia, è una società complessa, e la sua struttura federale esprime un pluralismo politico, culturale, istituzionale e religioso difficile da annullare da Washington. La fedeltà degli americani alla libertà individuale sancita dalla Carta costituzionale, è tuttora operante anche se il free speech è soggetto a continui assalti. E la democrazia elettorale inesorabilmente va avanti senza interruzioni da oltre due secoli. Se si superano le sparate verbali che il presidente vorrebbe tramutare in decreti e operazioni di forza, è difficile immaginare che l’attuale isolamento all’estero degli Stati Uniti possa travolgere l’intero Paese anche all’interno.

Negli equilibri internazionali c’è poi da considerare che in due settori cruciali l’America è ancora in testa alle classifiche mondiali: il sistema militare si estende al mondo intero senza essere messo in questione, e lo sviluppo tecnologico conquistato in decenni di studi e ricerche al momento non ha pari anche se oggi la Casa Bianca vorrebbe tagliare i finanziamenti alle università.

Agli europei non rimane che salvaguardare quella democrazia liberale che oggi, dopo la svolta americana, ci appare ancora più preziosa senza lo scudo d’oltreoceano.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *