Ma che fine hanno fatto i sondaggi e i sondaggisti? Ci vorrebbe l’urlo di un Diamanti o di un Pagnoncelli. Un urlo accompagnato dai numeri
Stamattina sul Corriere della Sera ne parla anche Massimo Gramellini in prima pagina, che cita gli ultimi due casi: la fisica e brava divulgatrice Gabriella Greison, criticata per il suo decolleté; il figlio di un giocatore della Lazio, dileggiato per la coroncina, il giorno del suo ottavo compleanno. Ma ogni giorno giornali e siti potrebbero riempire paginate con gli hater, le offese, i dibattiti assurdi che nascono via social. Per la verità, molti lo fanno già: più si va nel sottobosco della Rete, più si incontrano fantomatici siti con titoli da denuncia.
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La domanda è solo una e riguarda i grandi mezzi di informazione: è veramente questo il nostro paese, i social sono il nostro specchio oppure semplicemente lo sfogatoio di pochi frustrati nullafacenti? Certe volte viene il dubbio che usare i social come “notizia” di valore giornalistico sia solo una scorciatoia per non parlare dei temi veri e seri del giorno. Umiliante che perfino la Rettrice dell’Università di Messina sia obbligata a fare un comunicato di solidarietà con Gabriella Greison.
Ma che fine hanno fatto i sondaggi e i sondaggisti? Una volta i comportamenti sociali venivano esaminati con un campione rappresentativo, dopo una selezione per età, luogo di nascita, professione: insomma tutti gli elementi che fanno della statistica una scienza. Ora basta Ciccio64 o Fanfulla0965 a stabilire che gli italiani sono bigotti, razzisti e omofobi. Ci vorrebbe l’urlo di un Diamanti o di un Pagnoncelli contro questa interpretazione del Paese, un urlo accompagnato dai numeri. Ma è quasi sicuro che l’estate passerà da una polemica social all’altra, tutte virali per un solo giorno.