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Mattarella a Cernobbio: “L’Europa non ha mai scatenato una guerra”


«Il mondo ha bisogno dell’Europa. Per ricostruire la centralità del diritto internazionale che è stata strappata. Per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo. Per definire regole che riportino al bene comune lo straripante peso delle corporazioni globali – quasi nuove Compagnie delle Indie – che pretendono poteri che né Stati né organizzazioni internazionali dovrebbero rinunciare a esercitare».

Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto il suo interventi al Forum The European House-Ambrosetti di Cernobbio, ponendo l’accento sul ruolo insostituibile dell’Unione Europea in un contesto internazionale sempre più instabile e pericoloso, segnato da guerre, crisi e nuove forme di squilibrio economico.

Il Capo dello Stato ha infatti ricordato come l’Unione Europea si sia «affermata come un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i confini, determinando stabilità, benessere, crescita e fiducia». L’Ue, ha aggiunto Mattarella, «non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha favorito intese e missioni di pace, ha contribuito a innalzare standard di vita e criteri di difesa del pianeta, ha promosso libertà nei rapporti internazionali ed eguaglianza di diritti tra popoli e Stati: condizioni che sono insieme causa e conseguenza del progresso».

Nel suo intervento il Capo dello Stato ha poi posto un interrogativo ai molti imprenditori, economisti e leader politici presenti al forum di Cernobbio: «Come è possibile che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non addirittura un nemico? Quali interessi o principi sono tali da far considerare disvalori i traguardi raggiunti dai popoli europei?».

Il Capo dello Stato ha poi continuato il suo intervento sottolineando la necessità di una maggiore integrazione a livello comunitario in vista delle sfide che il continente è chiamato ad affrontare: «La difesa della civiltà europea – che coincide con lo sviluppo della sua società e della sua economia – richiede il coraggio di un salto in avanti verso l’unità. Tutti siamo chiamati a contribuire a questa impresa».

In sostanza, dunque, l’intervento del Capo dello Stato ha ruotato attorno ad un appello a difendere e rilanciare il progetto europeo, visto non come un’eredità del passato ma come un progetto necessario per navigare le instabilità contemporanee. Un progetto fondamentale per garantire stabilità, pace e diritti in un contesto internazionale sempre più complesso e nebuloso.

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