WASHINGTON – Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che la guerra a Gaza potrebbe giungere a una “conclusione definitiva” nelle prossime due o tre settimane, parlando di un’intensa attività diplomatica in corso per chiudere un conflitto che dura da quasi due anni. “Penso che entro due o tre settimane ci sarà una conclusione, una fine definitiva”, ha detto Trump nello Studio Ovale, pur ammettendo che “è difficile da dire, perché combattono da migliaia di anni”.
La previsione arriva mentre Israele ha ribadito di voler procedere con la conquista di Gaza City, operazione che secondo gli analisti richiederà mesi. Hamas, invece, ha accettato una proposta di cessate il fuoco di 60 giorni con scambio di ostaggi, ma il governo israeliano non ha finora dato segnali di apertura. Il premier Benjamin Netanyahu ha confermato che la priorità resta l’offensiva su Gaza City, affermando che “Israele agirà con determinazione e forza per riportare indietro tutti gli ostaggi e sconfiggere Hamas”. Nelle stesse ore, a Tel Aviv, i familiari di circa 50 ostaggi ancora detenuti hanno organizzato manifestazioni per chiedere un accordo che ne consenta il rilascio. Secondo Israele, almeno 20 sarebbero ancora vivi.
Il segretario di Stato Marco Rubio ha chiarito che uno dei presupposti per porre fine alla guerra resta l’uscita di Hamas dal controllo di Gaza. “Vogliamo che finisca, ma deve finire senza Hamas”, ha detto. Trump ha anche ribadito che gli Stati Uniti hanno destinato fondi per gli aiuti umanitari a Gaza, sebbene il Dipartimento di Stato abbia recentemente corretto al ribasso le cifre indicate dal presidente. Il Consiglio di sicurezza israeliano si riunirà nelle prossime ore: all’ordine del giorno ci sarebbero sia il piano di avanzata militare sia la proposta di tregua.
