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Big beautiful bill: la riforma di Trump alla prova del voto

Il Bbb passa per un solo sì al Senato, ora tocca alla Camera. Dubbi sui tagli alla sanità e l’aumento del debito pubblico

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Una corsa contro il tempo, quella della maggioranza repubblicana al Congresso. È l’unica strada – seppur a ostacoli – rimasta per approvare il “Big, beautiful bill” (la “Grande legge meravigliosa”), il disegno legislativo fortemente voluto da Donald Trump, che ne aveva promesso l’approvazione entro il 4 luglio, anniversario dell’indipendenza americana.

Secondo le intenzioni, il Bbb dovrebbe essere l’asse portante della gran riforma dello Stato americano promessa dal tycoon alle ultime elezioni: introduce infatti un taglio fiscale fino al 60% per le imprese, un cavallo di battaglia storico tanto per Trump quanto per i repubblicani, in ossequio alla cosiddetta “teoria dello sgocciolamento” (trickle-down theory). Secondo questa visione economica, resa popolare da Ronald Reagan, la chiave per stimolare un’economia sana sarebbe tagliare le tasse alle imprese e ai ceti più abbienti, al fine di liberare capitali che possano essere re-investiti nei circuiti economici, finendo per l’appunto per “sgocciolare” anche ai ceti meno benestanti.

Il massiccio taglio fiscale proposto da Trump, tuttavia, provocherebbe un vistoso ammanco nelle entrate dello Stato americano, pari a circa 700 miliardi di dollari in meno all’anno, che il tycoon si proporrebbe di colmare attraverso un forte taglio della spesa sociale, dal taglio dei dipendenti pubblici a quello della spesa sanitaria. Prendendo a prestito la popolare (e populista) retorica del Presidente argentino Javier Milei, Trump ha infatti promesso di diminuire sensibilmente le dimensioni del governo centrale statunitense, tagliando molte delle sue competenze per abolirle del tutto o restituirle ai singoli stati. Proprio a tale scopo, il tycoon aveva coinvolto il suo (oggi ex) alleato, il miliardario Elon Musk, nominato alla guida del neo-creato Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge).

Tuttavia, alla fine del processo legislativo il risultato appare molto diverso dalle premesse di partenza. Si tratta infatti di un provvedimento mastodontico, come testimoniano le oltre 940 pagine che compongono il disegno di legge. Proprio facendo leva sul fatto che il procedimento di approvazione a tappe forzate avesse reso praticamente impossibile ai parlamentari la lettura del testo in questione, il leader dei senatori democratici Chuck Schumer ha invocato il regolamento del Senato per costringere i funzionari del Congresso a leggere l’intero provvedimento in Aula. Un atto estenuante, protrattosi per quasi sedici ore, che ha avuto l’effetto di ritardarne l’approvazione.

Adesso inizia un altro lunghissimo processo, quello della messa ai voti e della discussione sui numerosissimi emendamenti presentati dall’opposizione e dalla stessa maggioranza al Bbb. Un calvario procedurale che minaccia di destabilizzare i numeri già risicati dei conservatori al Congresso e che in parte si era già visto durante l’approvazione del disegno di legge da parte della Camera. In origine infatti, la legge appariva molto più snella. Durante il processo di discussione legislativo, tuttavia, i parlamentari – complice anche la matematica poco favorevole a Partito Repubblicano (che conta su solo 220 deputati su 432 alla Camera e 53 senatori su 100 al Senato) – non hanno resistito ad aggiungere ulteriori voci al disegno di legge già particolarmente pantagruelico, facendo lievitare le proiezioni sul debito di altri 800 miliardi.

Secondo l’ufficio parlamentare di bilancio, il Bbb rischia ora di incrementare il già stratosferico debito pubblico statunitense (che attualmente ammonta a circa 36.2 trilioni di dollari) di altri 3.3 trilioni entro il 2030. Il contrario di quanto promesso. Non è un caso se la crisi nei rapporti tra Musk e Trump, che ha portato alla fine alla defenestrazione del patron di Tesla, sia iniziata proprio con l’opposizione del primo al “Big, beautiful bill”. Chi doveva esserne il padrino putativo oggi non esitare a stroncare il provvedimento. «Distruggerà milioni di posti di lavoro e causerà un immenso danno strategico al Paese. È assolutamente folle e distruttivo», ha dichiarato infatti Musk.

Un altro punto controverso è stato l’individuazione delle coperture per finanziare i tagli fiscali voluti dal Presidente, prevalentemente ottenuti attraverso i tagli ai finanziamenti ai servizi sanitari e ai programmi di assistenza per le persone sotto la soglia di povertà. Una linea rossa su cui lo stesso Trump aveva inizialmente messo il veto, per non scontentare la propria base, salvo fare una parziale marcia indietro su pressione dei falchi liberisti del Congresso.

Secondo le proiezioni, se approvata la legge porterà 11.8 milioni di americani a perdere l’accesso alle cure mediche entro il 2030. Proprio per questo, il passaggio del Bbb non è avvenuto senza polemiche, anche tra le fila dei repubblicani. Il senatore Thom Tills, della North Carolina, ha scelto di votare contro il parere del partito, affermando durante il suo intervento in Aula che i consiglieri di Trump avrebbero mentito al Presidente circa i reali tagli al servizio Medicaid, aggiungendo di non poter voltare le spalle agli elettori del suo stato che da quella copertura sanitaria minima dipendono.

«Cosa dovrei dire a 663.000 persone tra due o tre anni, quando il Presidente Trump romperà la sua promessa levandogli la copertura sanitaria del Medicaid per via dei tagli dei fondi?», ha chiesto il senatore riferendosi al numero di cittadini coperti dal programma in questione in North Carolina.

Pronta è arrivata la reazione acida dell’inquilino della Casa Bianca, che ha attaccato duramente Tills e annunciato il suo appoggio incondizionato a qualunque sfidante repubblicano avesse deciso di sfidare il senatore alle primarie interne. Data la forte presa del tycoon sulla base repubblicana in molti casi questa minaccia si è tradotta nella morte politica del parlamentare colpito dall’interdetto trumpiano e infatti Tills ha immediatamente annunciato il suo ritiro dalla politica una volta terminato il suo attuale mandato.

«Ricordate, tutti voi dovete anche essere rieletti. Non fate i pazzi!», ha twittato subito il tycoon con tono minaccioso nei confronti dei parlamentari del suo stesso partito.

Proprio a causa delle defezioni, il Bbb è stato appeso a un filo fino all’ultimo e alla fine è stato approvato dal Senato per un solo voto, quello del vicepresidente J.D. Vance (che, secondo la Costituzione americana, ha il potere di rompere la situazione di stallo con il suo voto nel caso in cui si giunga a un pareggio tra le due parti, come accaduto in questo caso). Ora il provvedimento dovrà passare la prova degli emendamenti, quindi tornare alla Camera per l’ultimo voto d’approvazione. Il 4 luglio intanto si avvicina.

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