LA SPEZIA – È stato convalidato l’arresto di Umberto Efeso, l’uomo che ha ucciso la moglie Tiziana Vinci a coltellate nella villa di un imprenditore a La Spezia. L’uomo, 57 anni, autista tuttofare, ha colpito la moglie, domestica, davanti a una collega che ha assistito al femminicidio e riferito agli inquirenti le parole pronunciate da Efeso dopo la prima coltellata: “Non dovevi mettermi contro i figli”. L’accusa è di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione e dal vincolo coniugale. Nel processo si costituiranno parte civile i sei figli della coppia, la madre e il fratello della vittima.
Efeso, che aveva già patteggiato un anno per minacce alla moglie, continuava a frequentare la villa, nonostante le misure disposte. Dopo il delitto ha vagato nel bosco per un’ora prima di costituirsi ai carabinieri. Si era dichiarato pronto a togliersi la vita, ma poi ha rinunciato. Il braccialetto elettronico, che avrebbe dovuto rappresentare una garanzia di sicurezza, non è mai stato attivato in modo utile: la moglie non aveva con sé la parte ricevente del dispositivo. L’autopsia è stata affidata all’anatomopatologa Susanna Gamba.
Nel frattempo, la Regione Liguria ha approvato un provvedimento che inserisce ufficialmente la figura dell’operatrice dei centri antiviolenza nel repertorio delle figure professionali regionali. Un passo che riconosce formalmente il ruolo centrale di queste professioniste nel contrasto alla violenza di genere. “Il contrasto alla violenza di genere è un argomento drammaticamente attuale e vogliamo che queste figure siano sempre più formate e tutelate”, ha dichiarato l’assessore Simona Ferro. Il nuovo quadro normativo garantirà percorsi di formazione riconosciuti e strutturati: almeno 120 ore teoriche e attività operative sul campo.