Cosa hanno in comune Frankenstein di Mary Shelley e i I ragazzi della 56ª strada di Susan Eloise Hinton? Entrambi i romanzi sono stati concepiti e scritti dalle rispettive autrici durante quella stagione della vita al confine tra l’adolescenza e l’età adulta.
Sono l’eccezione che conferma la regola: creatività, genialità e talento possono manifestarsi molto presto. In alcuni casi prima della maggiore età, in altri poco dopo. Il nutrito drappello di opere composte intorno ai diciotto anni non manca di riservare sorprese. Nel catalogo dell’età verde si trovano opere minorenni o di poco maggiorenni. Il viaggio a caccia di questi tesori va di pari passo con la carta di identità di nomi conosciuti e acclarati. Gli esempi non mancano, anzi. Sarà forse per questo che in Italia la legge sul diritto d’autore stabilisce che la capacità di compiere atti giuridici relativi alle opere dell’ingegno si acquisisce al raggiungimento dei 16 anni.
Alcune note, altre meno, le opere dei geni precoci della letteratura o della musica, messe assieme diventano una storia a sé. Non sempre considerate capolavori veri e propri soprattutto al cospetto delle opere dell’età adulta, continuano ad essere lette, rappresentate, suonate.
Conosciute e riconosciute, destano stupore e incanto. Spesso sono ritenute necessarie per delineare appieno il profilo dei loro giovanissimi autori di cui contengono già il seme del Dna artistico.
E così, nel grafico del talento che si manifesta giocando d’anticipo sul tempo e sugli altri, sono un punto di partenza di cui non si può fare a meno per descrivere la parabola artistica di scrittori e compositori. Queste opere giovanili finiscono nelle antologie, nelle biografie e nelle biblioteche. Non è cosa rara trovare sugli scaffali accanto alle opere cosiddette mature, quelle che hanno aperto la strada alla fama anche postuma dei loro autori oltrepassando la cortina del tempo, superando il guado del giudizio dei contemporanei e la dogana di quelli di là da venire.
Il catalogo dell’età verde in letteratura è variegato e include romanzi, saggi, poesie…
Torniamo da dove eravamo partiti con un’opera da paura: Frankenstein o il moderno Prometeo di Mary Shelley. Si racconta che l’idea del romanzo le sia balenata in testa durante un soggiorno sul lago di Ginevra – quando l’autrice aveva solo 18 anni o poco più – nel corso di una discussione con Percy Shelley, Lord Byron e John Polidori. L’argomento della conversazione? Le storie di fantasmi. Shelley decide così di scrivere un’opera sul tema della creazione della vita e le sue conseguenze. Pubblicato nel 1818, Frankenstein è considerato il primo romanzo gotico di fantascienza. Non solo. Dall’uscita del libro, il nome “Frankenstein” è entrato nell’immaginario collettivo in ambito letterario, cinematografico e televisivo. Nel linguaggio comune è spesso utilizzato, per estensione, come esempio negativo alludendo al fatto che il giovane e brillante studioso di scienze naturali, Victor Frankenstein compisse esperimenti illeciti o eticamente discutibili.
Nella lista dei libri scritti durante l’età verde, ci finisce I ragazzi della 56ª strada (The Outsiders). Romanzo drammatico sul passaggio all’età adulta imperniato sulla storia di due bande rivali, i Greasers e i Socsvenne, fu scritto da S. E. Hinton e pubblicato la prima volta nel 1967 dalla Viking Press. Hinton aveva 15 anni quando inizia a scrivere il romanzo. La maggior parte dell’opera la scrisse all’età di 16 anni mentre frequentava il liceo. Nel 1983, Francis Ford Coppola ci fa un film e nel 1990 il celebre regista produce anche Brillantina: una serie televisiva sempre ispirata al romanzo della Hinton.
«A quindici anni, Jane Austen si faceva poche illusioni sugli altri e nessuna su se stessa. Ciò che ella scrive è finito, distillato ed è nel giusto rapporto, non col presbiterio, ma con l’universo», parola di Virginia Woolf.
L’amata e celebrata Jane Austen di cui quest’anno si festeggia il 250° anniversario della nascita – era nata nel 1775 a Steventon, un piccolo borgo dell’Hampshire – inizia a scrivere molto presto. I suoi primi scritti adolescenziali sono conservati come veri e propri tesori alla British Library di Londra e alla Bodleian Library di Oxford. Verso i 20 anni Jane completa le prime bozze di Elinor e Marianne, Prime impressioni e Susan (che poi “diventeranno” Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio e L’abbazia di Northanger).
Ma a mostrare il suo talento precoce c’è pure Juvenilia : la raccolta di racconti e opere teatrali scritti tra il 1787 e il 1793. Chi vuole entrare nel mondo di Jane non può fare a meno di leggere le pagine di Juvenilia arrivate in Italia (anche) grazie a due pubblicazioni ad opera di due case editrici: Rogas ed Elliot.
E aveva circa 17 anni Victor Hugo quando scrive Bug-Jagal. Si tratta della sua prima opera diventata celebre dopo la pubblicazione di Notre-Dame de Paris. Il lavoro nasce da un gioco letterario proposto da Hugo al circolo parigino, Banquet Littéraire. Il gioco consisteva nell’immaginare che alcuni ufficiali, in attesa di una battaglia, si distraessero narrando a turno una storia. L’unico a terminare il racconto nei quindici giorni previsti fu Hugo. Il manoscritto, conservato alla Biblioteca nazionale di Francia porta la data dell’aprile 1819.
Memorie di un pazzo è un romanzo autobiografico di Gustave Flaubert, scritto nel 1838. Lui aveva appena 17 anni. L’opera, permeata di romanticismo, esplora il primo incontro del giovane Flaubert con l’universo femminile, la vita del collegio e il suo sentirsi diverso. Scritto in forma di diario intimo, contiene anticipazioni di temi che verranno sviluppati nei successivi Madame Bovary e L’educazione sentimentale. Dedicata all’amico Alfred Le Poittevin, Memorie di un pazzo viene ritenuta la prima opera di una certa importanza di Flaubert.
Nella rosa spiccano le liriche del bello e maledetto Arthur Rimbaud. Nato a Charleville il 20 ottobre 1854, Arthur scrive la sua prima opera importante Le bateau ivre (La barca ubriaca) a 17 anni. Composta nel 1871 è considerata un capolavoro della poesia francese e uno dei suoi lavori più celebri. Enfant prodige, Rimbaud compone la maggior parte delle sue opere tra i 17 e i 20 anni. Tra queste vanno ricordate Une saison en enfer (Una stagione all’inferno) o Illuminations (Illuminazioni).
Sempre dalla Francia arriva Il diavolo in corpo che Raymond Radiguet scrive a 18 anni. Questo romanzo ha uno degli incipit più celebri della letteratura francese del Novecento: “Sì, mi aspettano dei rimproveri. Che cosa ci posso fare? È colpa mia se compivo dodici anni qualche mese prima della dichiarazione di guerra?…”
E in Italia?
Comincia a poetare presto anche il “nostro” Sommo poeta, Dante Alighieri. Ai suoi 18 anni risale, secondo il suo racconto, il primo sonetto databile che di lui ci rimanga, in onore di Beatrice.
Giacomo Leopardi che era nato a Recanati il 29 giugno del 1798 aveva solo 17 anni quando scrive il Saggio sopra gli errori popolari e ne ha 21 anni quando compone L’Infinito. Reduce da quei “sette anni di studio matto e disperatissimo”, nel 1816 il giovane Giacomo scrive l’idillio funebre Le rimembranze. I celebri Canti poi li compone nell’arco di quasi vent’anni, tra il 1818 e il 1836, ma il frammento Spento il diurno raggio pare sia precedente.
Aveva 17 anni Alessandro Manzoni, classe 1785, quando scrive il sonetto Alla Musa. Un anno prima, a 16 anni sul modello di Alfieri, Manzoni compone il suo celebre Autoritratto o Ritratto di se stesso: “Capel bruno, alta fronte, occhio loquace…”.
In fatto di rime giovanili, ecco Amore di lontananza che la poetessa Antonia Pozzi scrive a soli 17 anni. Il componimento è di quindici versi endecasillabi come L’infinito di Leopardi e fa così: “Io allora non avevo visto il mare/ che una sola volta, ma ne conservavo/ un’aspra nostalgia da innamorata…”.
E se anche Emily Dickinson scrive le prime poesie verso i 20 anni, Sylvia Plath compone Poem, la sua prima poesia celebre, o meglio, la sua prima poesia pubblicata, all’età di otto anni.
Si intitola Santi e poeti, invece, la prima lirica manoscritta di Alda Merini di cui si ha conoscenza. La poetessa la scrive a 17 anni, il 2 dicembre 1948. “Bisogna essere santi/ per essere anche poeti:/ dal grembo caldo d’ogni nostro gesto,/ d’ogni nostra parola che sia sobria,/ procederà la lirica perfetta/ in modo necessario ed istintivo…”
E infine, Gabriele D’Annunzio. Il Vate pubblica la sua prima opera quando era ancora uno studente. È una raccolta di poesie intitolata Primo vere. Gabriele aveva 16 anni. Il catalogo dell’età verde in letteratura non finisce certo qui!
Ma, veniamo alla musica. Wolfgang Amadeus Mozart: a 3 anni batte i tasti del clavicembalo, a 4 suona brevi pezzi e a 5 è già autore di alcune composizioni messe su spartito tra l’11 e il 16 dicembre del 1761 e oggi conosciute come Wolfgangerl Compositiones.
Amadeus, però, fa di più. A 14 anni compone la sua prima opera ancora oggi messa in scena: la Mitridate, re di Ponto su libretto di Vittorio Amedeo Cigna-Santi basato sulla tragedia di Jean-Baptiste Racine. Viene rappresentata per la prima volta a Milano nel dicembre 1770. Prima ancora c’è la Sinfonia n. 1 in mi bemolle maggiore, K. 16 composta da Mozart tra il 1764 e il 1765 a soli otto anni durante il soggiorno londinese con la sua famiglia. È noto: Mozart scompiglia tutte le carte e sul suo talento unico e precoce non si discute. Non è l’unico, però. Felix Mendelssohn-Bartholdy scrive l’ouverture del Sogno di una notte di mezza estate a 17 anni, ispirato dalla lettura di Shakespeare .
Quel gran genio di Gioacchino Rossini ha 18 anni quando “firma” La cambiale di matrimonio. L’opera o meglio la farsa musicata su libretto di Gaetano Rossi, viene rappresentata per la prima volta al Teatro San Moisè di Venezia il 3 novembre 1810. La cambiale di matrimonio, non è la prima opera scritta dal compositore di Pesaro (che fu, invece, il Demetrio e Polibio del 1809), ma fu la prima ad essere messa in scena. E Chopin? Di lui si ricorda, anche la Polacca in Sol minore composta a 7 anni. È descritta come «esempio della sua precoce genialità musicale», quella genialità «che lo avrebbe portato a diventare uno dei più grandi compositori della storia». E ancora, Franz Schubert. La sua prima opera importante è la Sinfonia n. 1, scritta a 16 anni nell’ottobre del 1813, subito dopo aver lasciato la scuola.
E la pittura? Non è esente. Anzi. Basta Picasso. Pablito realizza Il piccolo picador giallo a 8 anni. Un olio su tela che segna l’inizio della sua carriera artistica e dimostra il suo precoce talento. Alla Fondazione Picasso sono oggi conservate tre critiche entusiastiche, tutte e tre apparse su diversi giornali dell’epoca. La sua prima mostra, invece, è stata allestita a La Coruña, in Spagna nel 1895. Picasso aveva 13 anni. Ne ha 15 anni quando dipinge Prima Comunione. È il 1896.
Non ci meravigliano allora le sue parole: «A 12 anni dipingevo come Raffaello. Ma mi ci è voluta una vita per imparare a dipingere come un bambino». E come un genio!