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Vertice Alaska, leader europei a confronto con Trump. Zelensky lunedì a Washington

ANCHORAGE – Putin e Trump parlano di “grandi progressi”, ma il vertice di tre ore sull’Ucraina in Alaska si è concluso senza un accordo di cessate il fuoco. Appare evidente la vittoria diplomatica russa, soprattutto dopo i proclami americani. Alla fine il presidente Usa dà “voto 10” alla giornata, annuncia un imminente incontro a tre con Zelensky e accenna a “una grossa cosa” sulla quale è stato impossibile trovare un’intesa. “Quello che consiglio all’Ucraina è di fare un accordo, la Russia è una regione molto potente”. Parole molto significative quelle rivolte all’Europa, il convitato di pietra del vertice. Per Putin sono stati fatti molti passi avanti: “Mi auguro che l’Ue e l’Ucraina non ostacolino il piano di pace”. Ma anche durante il vertice, sono volati i droni russi su Kiev.

Alla fine del summit, i due leader hanno rilasciato dichiarazioni, senza accettare domande dei giornalisti. Un Putin molto soft, evidentemente soddisfatto, ha detto: “Il prossimo vertice si svolgerà in Russia”, ma su questo tema c’è stata una frenata Usa. Si è dichiarato colpito dall’accoglienza americana e ha commentato: “Con una presidenza Trump questa guerra non sarebbe scoppiata”. Insolite parole di distensione sull’Ucraina: “L’abbiamo sempre considerata una nazione sorella. Abbiamo le stesse radici, e tutto cio’ che sta accadendo e’ una tragedia e un grande dolore per noi. Pertanto, il nostro Paese è sinceramente interessato a porre fine a tutto questo”, ha detto. “Tuttavia, affinche’ un accordo sia duraturo, tutte le cause profonde della crisi devono essere eliminate, tutte le legittime preoccupazioni della Russia devono essere soddisfatte e deve essere ripristinato un giusto equilibrio nel campo della sicurezza in Europa e nel mondo in generale”.

Unanimi i primi commenti degli osservatori internazionali: grazie a questo incontro, Putin è uscito dall’isolamento. Trump lo ha certificato. Entrambi ora scaricano su Ucraina ed Ue la responsabilità di un accordo.

La giornata: primo incontro quattro anni dopo

Donald Trump e Vladimir Putin si sono ritrovati per il loro primo incontro bilaterale sulla situazione in Ucraina alla Joint Base Elmendorf-Richardson di Anchorage, in Alaska. Nel 2021 l’ultimo faccia a faccia fra un presidente russo e uno americano.

Putin è stato accolto da Trump appena sceso dall’aereo presidenziale. Sul tappeto rosso, i due leader si sono stretti la mano. Il presidente americano, tra applausi e pollice alzato, salutava calorosamente l’ospite. Putin ha ricambiato con un sorriso disteso. Pochi minuti dopo, Trump e Putin sono saliti insieme su una limousine ufficiale. Mentre si dirigevano verso il podio per le foto di rito, la base militare è stata sorvolata aerei da guerra statunitensi, incluso un bombardiere strategico B2.

L’incontro si è aperto con una sessione fotografica: i due capi di Stato, affiancati dai rispettivi delegati, hanno posato davanti a un fondale blu con la scritta “Pursuing Peace” (“Perseguire la pace”). All’esterno della base militare, un gruppo di manifestanti pro-Ucraina ha srotolato striscioni gialli e blu con la scritta “Stand with Ukraine”.

Interpellato dai media, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato di aspettarsi un allentamento delle sanzioni americane contro Mosca: “Ne toglieranno sicuramente qualcuna, questo è certo”, ha affermato. Il confronto, iniziato intorno alle 21.30 italiane, ha visto al fianco di Trump il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff, Putin è stato accompagnato da Lavrov e dal consigliere Yuri Ushakov.

Trump chiama gli alleati

Il presidente degli Stati Uniti ha avuto una lunga conversazione telefonica con i leader della Nato. Secondo fonti della Casa Bianca citate da Reuters, l’obiettivo era informare gli alleati europei sull’esito dell’incontro con Putin. Alla chiamata, durata poco più di un’ora, hanno partecipato, tra gli altri, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la premier italiana Meloni, il presidente francese Macron, il cancelliere tedesco Merz, il premier britannico Starmer e il segretario generale della Nato Mark Rutte.

La telefonata con gli alleati ha seguito quella con Volodymyr Zelensky, il quale ha rivelato che lunedì incontrerà Donald Trump a Washington per discutere le prospettive di una soluzione al conflitto. Il presidente ucraino ha ribadito il sostegno alla proposta americana di un formato trilaterale: «Sosteniamo la proposta del Presidente Trump di un incontro trilaterale tra Ucraina, Stati Uniti e Russia. Le questioni chiave possono essere discusse a livello di leader e questo formato è adatto a questo scopo».

Il mistero sulla durata del vertice

I colloqui – svoltisi esclusivamente nel ‘formato 3+3’ – sono durati complessivamente poco meno di tre ore, in tutto. Trump aveva annunciato che qualora non avesse notato in Putin alcuna voglia di ‘trattare’, avrebbe abbandonato immediatamente il tavolo. Il Cremlino, invece, aveva dichiarato che l’intero summit sarebbe durato addirittura 6-7 ore. Ma a mezzanotte e un quarto è arrivato l’annuncio della fine dei colloqui, e l’eventualità di un ulteriore vertice in “formato allargato” (5+5) tra le delegazioni statunitensi e russe è subito tramontata.

In Ucraina, la guerra non si ferma

Mentre i presidenti russo e statunitense discutevano in Alaska, le Forze armate di Mosca hanno lanciato un massiccio attacco aereo contro l’Ucraina. Secondo Kiev, le difese antiaeree hanno intercettato 61 droni su 85 lanciati. Ventiquattro velivoli avrebbero invece centrato il bersaglio in 12 diverse località. Non è la prima volta che la Federazione russa manifesta la propria forza in occasione di negoziati: era già successo durante i colloqui a Istanbul.

Onu: “Il dialogo è l’unica strada”

“Accogliamo con favore la continuazione del dialogo costruttivo tra Stati membri” dochiara alla Tass il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric. L’Onu ribadisce l’appello ad un “immediato, pieno e incondizionato cessate il fuoco, come primo passo verso una pace giusta, globale e sostenibile in Ucraina, che rispetti pienamente la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale, entro i confini riconosciuti internazionalmente, in linea con la Carta delle Nazioni Unite il diritto internazionale e le risoluzioni Onu. Le Nazioni Unite sono pronte a sostenere tutti gli sforzi a tal fine”. 

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