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Il delitto di Garlasco: “quel Dna è una contaminazione”

Chiara Poggi

MILANO – La Procura di Pavia conferma: il Dna maschile trovato sulla garza non sterile utilizzata per raccogliere (dalla bocca) la traccia biologica di Chiara Poggi, per escluderla dalle tracce trovate nella villetta di via Poggi dove è stata uccisa il 13 agosto 2007, deriva da una contaminazione. Si tratta di un uomo morto prima della ventiseienne e che con la giovane ha condiviso solo il tavolo dell’autopsia avvenuta a Vigevano. La Procura di Pavia “ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici”.

Un’altra puntata delle disastrose indagini sul delitto di Garlasco. Nel comunicato si afferma: “Il Dna parziale e degradato trovato sulla garza utilizzata per effettuare i prelievi nella bocca di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, coincide con quello di un cadavere sottoposto ad autopsia prima dell’omicidio della ventiseienne. Il confronto con il profilo maschile trovato sulla garza è avvenuto su cinque soggetti maschili e uno “il reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E”. Una coincidenza che necessita, spiega nel comunicato il procuratore capo Fabio Napoleone, di nuove verifiche che la Procura affida alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo. In questo senso si potrebbe ricorrere alla riesumazione per risalire al Dna completo dell’uomo morto 18 anni fa per cause naturali.

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