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Botulino: morta una donna a Cagliari. Almeno nove casi e un morto in Calabria

È morta questa mattina all’ospedale Businco di Cagliari la 38enne ricoverata dal 31 luglio per intossicazione da botulino, contratta dopo aver consumato salsa guacamole durante la Fiesta Latina di Monserrato. La donna, inizialmente in rianimazione al Brotzu, non si era mai ripresa e nelle ultime ore aveva avuto gravi complicazioni.

Con lei erano state ricoverate altre quattro persone, tutte dimesse nei giorni scorsi, eccetto una 14enne e una 62enne ancora in rianimazione al Policlinico di Monserrato, stazionarie, e un bambino di 11 anni al Policlinico Gemelli di Roma. Con il decesso, “si aggrava la posizione del titolare del chiosco che ha venduto i prodotti con la particolare salsa durante la Fiesta Latina”, unico indagato nell’inchiesta aperta dalla Procura di Cagliari e condotta dai carabinieri del Nas.

Il caso di Diamante

A Diamante (CS) sono diventate otto le persone ricoverate in terapia intensiva. L’allarme botulino è esploso dopo che due giovani erano finiti in terapia intensiva a Cosenza per aver consumato un panino con, tra i vari ingredienti, anche dei broccoli. Il batterio ha tempi di incubazione di due-quattro giorni e così tra lunedì e mercoledì si è passati dai primi sintomi all’emergenza: prima i due minori, poi due donne e infine un 52enne, morto in viaggio verso casa. In serata, altre quattro persone in Calabria e una in Campania hanno portato il totale a nove.

Per i due minori e le due donne sono scattate immediatamente le cure in terapia intensiva all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, dove i sanitari hanno somministrato il siero antibotulinico arrivato grazie a una staffetta della Polizia dalla Farmacia militare di Taranto. Dopo interlocuzioni tra il primario Andrea Bruni, l’ospedale Locatelli e il Ministero della Salute, è stata autorizzata la cessione di sette dosi, arrivate in elicottero. Dei quattro pazienti più gravi, un minore e una donna di circa 40 anni restano in condizioni critiche.

Non c’è stato nulla da fare, invece, per Luigi Di Sarno, 52enne di Napoli. Dopo aver consumato l’alimento, l’uomo ha manifestato sintomi compatibili con un avvelenamento da botulino, che tuttavia possono essere facilmente confusi con disturbi meno gravi. Sottoposto a prime cure, nelle quali non era stato rilevato il rischio di un’infezione, l’uomo era ripartito insieme ai familiari verso casa. Giunto nei pressi di Lagonegro, ha però accusato un grave malore. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi, è deceduto. Attesa l’autopsia che dovrà stabilire le cause del decesso e accertare, o escludere, la presenza dell’infezione da botulino.

Secondo quanto si apprende, “sono due, per il momento, gli indagati in relazione alla morte di Di Sarno, cui ovviamente si aggiunge anche il rivenditore del food truck che ha venduto all’artista napoletano il panino che potrebbe averne causato l’intossicazione da botulino”. La Procura di Paola, diretta dal procuratore Domenico Fiordalisi, ha incaricato il medico legale Isabella Aquila di eseguire l’autopsia. I magistrati avrebbero iscritto nel registro degli indagati almeno due sanitari in servizio presso la clinica Tirrenia in relazione alle cure prestate nella notte del 5 agosto.

Intanto emerge un possibile secondo decesso legato alla stessa causa. Una donna di 45 anni di Praia a Mare è morta nei giorni scorsi con sintomi che “sembrerebbero richiamare un caso di intossicazione”. È stata disposta la riesumazione della salma per l’autopsia, affidata sempre alla dottoressa Aquila. Se confermata la presenza di botulino, il bilancio salirebbe a 11 casi accertati: due decessi, un ricovero a Napoli e 8 in terapia intensiva a Cosenza.

Cos’è il botulino, come si contrae e si cura

Il botulismo è una malattia neuro-paralitica causata dalle tossine prodotte dal Clostridium botulinum. “Il botulismo alimentare può colpire a tutte le età e non è trasmissibile da persona a persona… Nei casi italiani la sintomatologia compare mediamente in 24-72 ore dal consumo dell’alimento contaminato”, spiega l’Istituto Superiore di Sanità.

I sintomi includono annebbiamento e sdoppiamento della vista, difficoltà a parlare e deglutire, secchezza della bocca, debolezza muscolare progressiva e, nei casi gravi, paralisi respiratoria. Il batterio prolifera in alimenti mal conservati, soprattutto conserve domestiche di verdure, carne o pesce non adeguatamente acidificate o sterilizzate. La cottura elimina la tossina, ma nei cibi crudi o mal lavorati il rischio resta.

Il trattamento prevede l’immediata somministrazione di siero antibotulinico e supporto respiratorio nei casi severi. La prevenzione passa per il rispetto rigoroso delle tecniche di conservazione e l’attenzione ai richiami alimentari ufficiali.

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