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Ponte sullo Stretto, il giorno delle polemiche

Ponte Stretto Messina

ROMA – L’approvazione definitiva del progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, sancita dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), ha riacceso il dibattito politico nazionale. Tra sostenitori entusiasti e oppositori determinati, la classe dirigente italiana si è divisa su una delle infrastrutture più discusse della storia repubblicana.

Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha scelto i social per manifestare il proprio scetticismo: “Ma se manca il progetto esecutivo cosa faranno esattamente gli operai a settembre?”. Più articolata la posizione del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha elencato le molteplici criticità rimaste, a suo giudizio, senza riscontro: “Nessuna risposta sul definanziamento dell’Alta Velocità, per la quale mancano ancora 17 miliardi di euro: più di quanto stimato per il Ponte stesso. Nessuna risposta sul tema degli espropri e sull’impatto che i cantieri avranno sulle comunità locali. Nessun chiarimento sulle numerose prescrizioni ambientali e paesaggistiche ancora inevase. Nessuna garanzia in merito al rischio infiltrazioni mafiose nei lavori”.

Pur precisando che da Reggio “non è mai arrivato un ‘no’ ideologico al Ponte”, Falcomatà ha chiesto un maggiore coinvolgimento delle comunità locali, lamentando infine “l’ennesima passerella elettorale, stavolta ancora più sfacciata, che offende le istituzioni e l’intera comunità dell’area dello Stretto”.

Netto anche l’intervento del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che ha presentato ricorso contro la delibera del Cipess: “Salvini oggi esulta parlando di diritto alla mobilità per siciliani e calabresi, ma ignora che ogni giorno studenti, medici e pendolari sono costretti a percorrere strade dissestate e a viaggiare su treni inadeguati”. Secondo Bonelli, il progetto è “il più colossale sperpero di denaro pubblico. Un progetto ideologico che non serve al Sud, ma solo alla propaganda del governo”.

Dal mondo della cultura, voci contrastanti. Dura la posizione della scrittrice siciliana Stefania Auci, che ha definito il Ponte “una grandissima idiozia”. A suo avviso, il progetto è privo di ascolto delle comunità locali ed è destinato a essere un fallimento tecnico e ambientale. L’opera rappresenterebbe “una cattedrale nel deserto”, in una realtà segnata da problemi ben più urgenti: “Prima di pensare alle grandi opere pensiamo al quotidiano”.

Il regista siciliano Massimo Romeo Piparo ha invece accolto la notizia con speranza: “Sono per il progresso, a favore delle grandi opere… Spero comunque che il Ponte sullo Stretto non sia il punto di partenza, ma di arrivo di altri progetti”. Ha inoltre auspicato che l’opera non resti isolata.

Tuttavia, non sono mancati i pareri favorevoli, specie dal governo promotore. Il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha partecipato alla riunione del Cipess, definendo il Ponte “un’infrastruttura prioritaria come interesse nazionale strategico, per tutta l’Italia”. Calderoli ha evidenziato le ricadute positive in termini di occupazione, Pil e sostenibilità ambientale.

Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha parlato dal palco di Villa San Giovanni, promettendo “meno inquinamento, meno code, meno traffico” e un impegno costante “a contrastare mafia, ‘ndrangheta e infiltrazioni malavitose” durante lo sviluppo del progetto.

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