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Napoli, morire di lavoro: la tragedia di Ciro, Luigi e Vincenzo

Il palazzo del quartiere Arenella dove si è verificato l'incidente sul lavoro
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Morire di lavoro, la tragedia dei tre operai morti a Napoli a seguito del ribaltamento del cestello sul quale si trovavano a lavorare


Sono precipitati da un’altezza di 20 metri i tre operai che, questa mattina, intorno alle 9:40, hanno perso la vita mentre lavoravano alla ristrutturazione di un palazzo di sei piani, al Rione Alto, zona collinare di Napoli. A perdere la vita Ciro Pierro, Luigi Romano e Vincenzo del Grosso, 62, 67 e 57 anni, tutti napoletani.
Una tragedia rispetto alla quale sono stati avviati due filoni d’inchiesta, sotto il coordinamento della procura di Napoli che punta a stabilire se ci sia stato un errore umano o se invece il drammatico incidente sia dovuto a negligenze e irregolarità.

Un ramo d’indagine riguarda gli accertamenti di natura documentale disposti per stabilire la presenza di autorizzazioni, contratti e licenze in relazione sia all’allestimento del ponteggio sul quale gli operai stavano operando, sia alle posizioni lavorative delle tre vittime. Accertamenti in corso anche sulla struttura stessa: non è chiaro se si tratti di un montacarichi destinato alle merci o di un cestello per il carico delle persone.
L’altro fronte investigativo è invece di natura puramente tecnica, con le perizie dei vigili del fuoco che dovranno stabilire i motivi per i quali il cestello con a bordo i tre operai si è ribaltato facendoli precipitare nel vuoto.

Secondo una prima ricostruzione, i tre operai erano all’interno del cestello che si trova tra le torri di carico, una delle quali agganciata al palazzo di sei piani sul quale erano in corso lavori di ristrutturazione del tetto quando, per ragioni tuttora in corso di accertamento, la piccola piattaforma elevatrice si è rovesciata e i tre uomini sono precipitati. Inutile l’arrivo dei soccorsi allertati da alcuni residenti che hanno assistito alla scena. I tre uomini, purtroppo, sono deceduti sul colpo. Sul posto hanno lavorato per ore la polizia e i vigili del fuoco. Numerosi i testimoni già ascoltati.

Le indagini, come detto, puntano a stabilire se tutti i permessi relativi ai lavori in corso fossero validi e se i tre operai fossero regolarmente inquadrati nella ditta che sta eseguendo i lavori di ristrutturazione al condominio. E sotto i riflettori, oltre l’impresa edile titolare dei lavori, c’è anche l’azienda che ha montato il ponteggio. Al vaglio anche la possibilità che il cestello non fosse destinato al trasporto delle persone e che quindi possa essere stato impropriamente utilizzato dagli operai. Altra ipotesi anche quella di un sovraccarico. Tra le versioni sulle quali la Procura sta cercando di gettar luce c’è infatti anche quella secondo la quale gli operai avrebbero caricato un rotolo di bitume che, insieme al loro peso, potrebbe avere causato il ribaltamento mortale.

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La sesta sezione della Procura, che indaga su lavoro e colpe professionali, sta valutando pure le caratteristiche tecniche del cestello e dell’intera struttura cui era agganciato. I dubbi riguardano anche la mancata presenza delle imbracature che avrebbero dovuto sostenere gli operai nel momento in cui si è verificata la caduta. Tutti i dispositivi di sicurezza sono dunque sottoposti ai raggi X mentre la notizia della tragedia ha scatenato numerose reazioni. Cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime sono giunte dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “È un giorno di dolore – ha detto il primo cittadino – Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci. Al mondo dell’impresa, a tutte le istituzioni e alle organizzazioni sindacali ribadisco l’impegno concreto per fermare le morti sul lavoro. Servono più sicurezza, più controlli e più formazione. Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario e doveroso”.

Parole dure quelle del vescovo di Napoli, Mimmo Battaglia: “L’indignazione non basta, morire di lavoro è inaccettabile e non le si chiami più morti bianche, sono tragedie che sporcano le nostre coscienze”.
Dell’incidente ha parlato anche il ministro del lavoro, Marina Calderone. “Sono addolorata per quanto accaduto a Napoli – ha detto -. Sono in attesa di avere tutte le informazioni su questa tragedia: sulla sicurezza il nostro impegno resta totale”. “Siamo sgomenti e attoniti. Ci sono tre famiglie che non vedranno più tornare a casa i propri cari, morti mentre erano al lavoro in un cantiere. È un dolore grandissimo, la Filca è vicina ai familiari delle tre vittime e ai loro colleghi”. Lo dichiarano Ottavio De Luca, segretario generale aggiunto della Filca-Cisl nazionale, e Massimo Sannino, segretario generale della Filca-Cisl Campania.

E oggi, oltre la tragedia di Napoli, si è registrato un incidente sul lavoro anche nel Bresciano. A Bagnolo Mella un operaio di sessantotto anni, Luciano Capriola, è deceduto schiacciato da un muletto. Colpisce l’età delle vittime di quello che è stato un venerdì nero: tre su quattro avevano superato i sessant’anni, eppure erano ancora in cantiere a svolgere uno dei lavori più pesanti e pericolosi. Dall’inizio dell’anno sono già oltre 280 le persone che hanno però la vita mentre erano al lavoro; il 4,7 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2024.

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