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Alligator Alcatraz, Gaetano Mirabella Costa: «Un incubo, fateci uscire»

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La madre ha riferito che il figlio è stato portato in udienza «con catene ai piedi e alle mani». Farnesina, massima attenzione alla vicenda


«Siamo in gabbia, chiusi, come in un pollaio. Fateci uscire da questo incubo», così ha detto ai microfoni del Tg2 Gaetano Mirabella Costa, 45enne di origini siciliane detenuto da otto giorni nel centro per migranti irregolari noto come Alligator Alcatraz, in Florida. Le condizioni, ha raccontato, sono disumane: «Non ho accesso a un avvocato né a un giudice. Siamo in 32 dentro una gabbia, i bagni sono aperti, tutti guardano». La madre, Rosanna Mirabella Costa, ha riferito che il figlio è stato portato in udienza «con catene ai piedi e alle mani».

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Con lui, nel carcere simbolo della lotta all’immigrazione di Donald Trump, si trova anche Fernando Eduardo Artese, 63enne italo-argentino. I due sono al momento gli unici italiani rinchiusi nel centro di detenzione tra le paludi delle Everglades. Fuori, alligatori, coccodrilli e pitoni. Artese ha descritto la struttura al Tampa Bay Times come «un campo di concentramento», accusando le autorità di trattare i detenuti «come criminali» in un sistema che «cerca deliberatamente l’umiliazione».

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Alligator Alcatraz

Farnesina, massima attenzione alla vicenda

La Farnesina, attraverso il Consolato Generale d’Italia a Miami e l’Ambasciata a Washington, ha fatto sapere di seguire la vicenda con la massima attenzione, mantenendo contatti costanti con le famiglie dei connazionali e interfacciandosi con le autorità statunitensi per ottenere informazioni aggiornate sullo stato di salute dei detenuti e sulle tempistiche del possibile rimpatrio.

Chi è Fernando Eduardo Artese

Artese è stato arrestato a fine giugno nei pressi di Jupiter, poco prima di partire per un viaggio in auto con la figlia Carla, con l’intenzione di documentare la traversata da Florida a California (e poi in Argentina e Spagna) sul canale YouTube Argentinomade. Fermato per un mandato di cattura legato a un’accusa di guida senza patente risalente a marzo, è stato portato al carcere della contea di Martin. Nonostante il pagamento di una cauzione da 250 dollari, non è stato rilasciato: in quanto immigrato senza documenti, è stato trattenuto per motivi legati all’immigrazione. “Siamo tutti lavoratori e persone che lottano per le nostre famiglie”, ha detto.

«Non lo vediamo dal 25 giugno. È stato trasferito ad Alcatraz il 3 luglio», ha raccontato la figlia. Secondo quanto riferito, Artese aveva superato il limite dei 90 giorni previsti dal programma di esenzione dal visto per turisti dopo essere entrato negli Stati Uniti quasi dieci anni fa con il suo passaporto italiano.

Perché Gaetano Mirabella Costa è ad Alligator Alcatraz

Gaetano Mirabella Costa risiede da alcuni anni in Florida, ma è originario di Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania. Secondo il sito dello sceriffo della contea di Marion, il 3 gennaio 2025 è stato arrestato per possesso di droga e rilasciato poco dopo. Un secondo arresto è avvenuto il 17 marzo, con rilascio il 22 dello stesso mese.

Cos’è Alligator Alcatraz

Il progetto è stato ideato dal procuratore generale della Florida, James Uthmeier, ed è sostenuto da Trump e dal governatore Ron DeSantis. Alligator Alcatraz detiene migranti irregolari in attesa di espulsione, è stato costruito in otto giorni su un’ex pista d’atterraggio nelle paludi delle Everglades, in Florida, in un’area soggetta a uragani. “Non possono restare bloccati da un uragano se si auto-deportano”, ha scritto su X il leader repubblicano Bill Helmich. Il centro è sorvegliato da 200 telecamere, 8.500 metri di filo spinato e 400 addetti alla sicurezza.

Trump ne è molto soddisfatto, Mar-a-Lago, il suo resort, si trova a meno di 50 miglia di distanza. Il presidente Usa è andato in visita il 1° luglio: “Insegneremo ai detenuti com’è scappare da un alligatore se evadono. Bisogna correre a zigzag: le probabilità di sopravvivere aumentano dell’1%”. Secondo Trump la prigione è destinata ad accogliere “alcuni dei migranti più pericolosi al mondo”. Pur definendolo un centro «controverso», ha dichiarato che «non gliene frega nulla», aggiungendo: «Potrebbe essere più duro della vera Alcatraz».

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