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Zelensky propone nuovi colloqui con Mosca la prossima settimana

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Lo ha annunciato il presidente ucraino, dopo la battuta d’arresto dei negoziati a inizio giugno: «Più di 300 droni e 30 missili sul Paese»


Oltre 300 droni e più di 30 missili sono stati lanciati dalle forze russe contro varie regioni dell’Ucraina. Mosca continua a ignorare le nuove sanzioni imposte dall’Unione europea e Donald Trump, che ha dato a Putin 50 giorni per un cessate il fuoco. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato un appello a Mosca, proponendo un nuovo round di colloqui di pace già dalla prossima settimana, sottolineando che “lo slancio dei negoziati deve essere rafforzato”.

Zelensky: “Una pioggia di missili e droni”

Zelensky ha denunciato l’intensificarsi della campagna aerea russa, parlando di “una pioggia di missili e droni”. Ha poi elencato le regioni colpite: Donetsk, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Sumy, Kherson, Volyn, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Odessa e Zhytomyr.

Negli ultimi mesi la Russia ha intensificato sia i raid a lungo raggio sulle città ucraine, sia gli assalti lungo la linea del fronte. La controffensiva ucraina ha colpito la regione russa di Rostov, dove un attacco con droni ha costretto le autorità a sospendere temporaneamente la circolazione ferroviaria: oltre 70 droni sono stati abbattuti.

Odessa, Dnipro e Sumy tra le più colpite

Tra le aree più colpite c’è Odessa, nel sud del Paese, dove almeno una persona ha perso la vita e diverse altre sono rimaste ferite, tra cui un bambino. Lo hanno riferito il sindaco Gennady Trukhanov e il capo dell’amministrazione militare regionale Oleg Kiper. Danni e vittime anche nella regione di Dnipropetrovsk, dove i raid russi hanno distrutto un ambulatorio, una scuola, un centro comunitario e numerose abitazioni private: almeno due i morti accertati. A Sumy sono state danneggiate infrastrutture critiche, lasciando migliaia di famiglie senza elettricità.

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Trump e le armi all’Ucraina

Secondo il Wall Street Journal gli Stati Uniti starebbero considerando una ridistribuzione delle forniture militari tra gli alleati, dando priorità a quei Paesi disposti a trasferire armi all’Ucraina. In particolare, la Germania sarebbe stata spostata in cima alla lista per ricevere nuovi sistemi Patriot, il che le permetterebbe di inviare a Kiev i due sistemi antiaerei attualmente in suo possesso. Secondo fonti del Pentagono citate dal quotidiano, si tratterebbe del primo caso in cui gli Stati Uniti facilitano attivamente la consegna di armamenti all’Ucraina. La produzione occidentale di armi non tiene il passo con la domanda ucraina, la difesa aerea resta uno dei nodi più delicati del conflitto.

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