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Regno Unito, Starmer: «Al voto a 16 anni. Lavorano, hanno diritto»

Keir Starmer

Il primo ministro britannico: «Se alla stessa età si può lavorare e pagare le tasse, è giusto poter decidere come vengono spesi quei soldi»


Al voto a 16 anni. E se la legge passasse, sarebbe la riforma del sistema elettorale più significativa dagli anni ’60, quando il Labour di Harold Wilson abbassò l’età da 21 a 18 anni. Oggi a presentare il nuovo disegno è il governo di Keir Starmer che vuole riconquistare il favore dei più giovani, attratti sempre più dalla destra radicale di Reform UK guidata da Nigel Farage. L’obiettivo è poi anche allargare la partecipazione democratica e contrastare eventuali interferenze straniere, introducendo regole più rigide sulle donazioni ai partiti.

Il provvedimento, illustrato alla Camera dei Comuni dalla sottosegretaria Rushanara Ali, era stato promesso nel manifesto elettorale che ha portato il Labour al potere un anno fa. La riforma, rivendicata dal premier Starmer e dalla vicepremier Angela Rayner come una svolta per “modernizzare la democrazia britannica”, punta ad entrare in vigore entro le prossime elezioni generali, previste per il 2029. Viste le ampie maggioranze di cui il Labour gode a Westminster, l’approvazione sembra scontata, anche se l’iter formale non partirà prima di settembre, quando si concluderà la pausa estiva del Parlamento.

Dure le critiche dei conservatori, che chiedono un esame approfondito della proposta. Ma Starmer è netto: “Se a 16 anni si può lavorare e pagare le tasse, è giusto poter decidere come vengono spesi quei soldi”. Ali rilancia in Aula: “A 16 anni si può anche arruolarsi: perché non votare?”.

Il Regno Unito si allineerebbe così a Scozia e Galles, dove i sedicenni possono già votare alle elezioni locali, ma resterebbe un’eccezione a livello europeo, dove solo pochi Paesi – tra cui Austria, Malta, Grecia, Germania e Belgio – permettono ai 16enni di partecipare alle elezioni politiche.

Il testo prevede anche modifiche alla normativa sui documenti d’identità richiesti al seggio, semplificando le regole imposte dai precedenti governi Tory. Tra le novità: l’accettazione di carte bancarie con foto e una maggiore facilità nella registrazione online per gli elettori. L’obiettivo, spiega Angela Rayner, è rendere il sistema “più accessibile e meno rigido”, per arginare l’emorragia di affluenza registrata nel 2023, scesa sotto il 60%: il livello più basso dal 2001.

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